/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 31 maggio 2025, 06:50

Dazi, export e Germania in difficoltà: il Piemonte per ora sta alla finestra (e il Pil tiene botta)

L'ultima rilevazione del Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino segna un +0.1% nel primo trimestre del 2025

Il Pil del Piemonte sale dello 0,1%

Il Pil del Piemonte sale dello 0,1%

Un Piemonte che non frena, ma nemmeno accelera. Più che altro, sembra osservare dalla finestra quello che accade, in attesa di schiarite (o quantomeno indicazioni). È quanto si riflette nella stima in anteprima del Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino sul Pil della regione. I segni di rallentamento delle esportazioni, di crescita dei prezzi al consumo e di stabilità del credito indicano un’economia in stagnazione. E devono ancora essere valutati gli effetti dei dazi statunitensi.

Dunque, numeri alla mano, l'economia del Piemonte fa un piccolo passo in avanti nel primo trimestre 2025: il Prodotto Interno Lordo segna +0,1% su base annua (rispetto al I trimestre 2024) e +0,2% sul trimestre precedente. Valori accompagnati dal segno "più", ma che si mostrano tuttavia inferiori sia alla media nazionale (+0,6 e +0,3%) sia a quella della Unione Europea (+1,4% su base annua), che sta crescendo senza l’apporto della Germania. I segni di rallentamento delle esportazioni, di crescita dei prezzi al consumo e di stabilità del credito indicano un’economia in stagnazione.

Effetto Germania
La recessione in Germania ha avuto un impatto negativo sulle esportazioni piemontesi, calate del 9% verso il suo principale partner commerciale. Il Piemonte, che esportava il 40% del proprio PIL, ha visto così la propensione all’export scendere al 37%, con un calo da 64 a 60 milioni di euro su base annua. Il settore più colpito è l’automotive, trainato dalla debole domanda tedesca, mentre non sono ancora visibili i segni dei dazi, per ragioni temporali. Il boom del turismo internazionale (1,1 milioni di presenze aggiuntive annualizzate, per circa 300 milioni di euro spesa aggiuntiva) non compensa il calo di export manifatturiero.

Tiene l'occupazione
Il mercato del lavoro appare d’altra parte resiliente (occupazione +1%), ma le difficoltà ci sono sul versante della congiuntura, come si vede dall’aumento da 3 a 8 milioni di ore mensili nell’uso della Cig da parte delle imprese. Otto milioni di ore di Cig mensili significano 0,54 punti percentuali di Pil svaniti a causa della congiuntura della domanda.

Inflazione senza freni
L’inflazione è risalita all’1,8%, con aumenti sopra la media per l’inflazione turistica (+4,7%), dei servizi per la casa e le bollette (+4,5%) e dei generi alimentari (+3,2%). Tutto questo frena la domanda interna con consumi che stimiamo in calo, in volume, dello 0,1%.

Il valore dei prestiti all’economia è solo stabile, cresce del 3,7% il credito al consumo, segnale di acquisti, ma anche di attenzione alla liquidità.

Il PIL piemontese si attesta così a 135 miliardi di euro a prezzi costanti (2015) e 163 miliardi a prezzi correnti (2025), con un PIL pro capite di 38.308 euro, superiore di poco alla media italiana (37.227 di euro).

"Il Piemonte cresce - commenta il presidente del Comitato di Torino Finanza, Vladimiro Rambaldi –, ma molto meno dell’Europa che deve essere il suo riferimento. Abbiamo l’esigenza di riorientare l’economia, ma vediamo che il turismo, che va forte, non basta. Prima della crisi dell’auto e dei dazi, Germania e Stati Uniti rappresentavano il nostro primo e terzo sbocco. Questa è la ragione dello stallo odierno. L’Europa però cresce e offre opportunità. Servono, perciò, politiche industriali più aggressive per conquistare altri mercati esteri e sostenere l’innovazione".

"Sebbene il comparto turistico stia vivendo un momento positivo, il suo contributo non riesce a compensare pienamente le difficoltà nell'export. Per sostenere la competitività regionale, è importante orientare le strategie verso una maggiore diversificazione dei mercati e un rafforzamento dell'innovazione. Le Camere di commercio del Piemonte sono vicine alle imprese in tutte le fasi della loro vita, consapevoli che percorsi come la transizione digitale e l'internazionalizzazione rappresentino passi necessari da compiere per crescere anche all'estero", aggiunge Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium