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Politica | 03 giugno 2025, 16:06

Niente referendum sulla sanità pubblica, Cirio: "Abrogheremo l'articolo". Minoranza si imbavaglia

Scintille durante il Consiglio regionale, botta e risposta tra maggioranza e opposizione

Momenti di bagarre durante l'ultimo Consiglio regionale

Momenti di bagarre durante l'ultimo Consiglio regionale

La maggioranza in Consiglio Regionale sospende la richiesta di referendum sulla sanità pubblica, dopo che la Giunta promette di approvare un disegno di legge per cancellare l'articolo 23: Pd e AVS in segno di protesta si imbavagliano la bocca con lo scotch. 

Si è chiusa poco dopo le 15 giornata politica, apertasi con la marcia del "Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure" fino a Palazzo Lascaris per chiedere di indire una consultazione popolare: obiettivo abrogare la legge 2012 sulle sperimentazioni gestionali.

Il disegno di legge

Un referendum che non verrà fatto perché, come chiarito dall'assessore regionale Gian Luca Vignale, "giovedì o venerdì la Giunta approverà un dl che consentirà di superare la norma attuale, approvata a suo tempo dal centrosinistra, che consente il partenariato pubblico-privato per avviare specifiche sperimentazioni in ambito sanitario".

Lunedì l'atto arriverà in Commissione e poi in Aula. Una vittoria di Pirro per il Comitato: se da un lato infatti si cancella la legge contestata, dall'altro i piemontesi non andranno alle urne e non avranno quindi la possibilità di esprimersi sulla sanità pubblica. 

Minoranza all'attacco

"Per noi - replica Vignale - si tratta di aver raggiunto l'obiettivo referendario: fare votare i cittadini ha un costo di 30 milioni di euro, soldi che al momento non sono presenti a bilancio". Parole queste ultime duramente contestate dalla capogruppo di AVS Alice Ravinale: "Esiste un capitolo apposito per le consultazioni popolari: è inaccettabile poi che, su uno strumento democratico previsto dagli statuti, venga usato l'argomento dei costi"

Sulle barricate anche la capogruppo del M5S Sarah Disabato: "di fronte ai sindacati la maggioranza ha sostenuto che non ci sarebbero stati problemi a discutere la questione, invece il primo intervento è per sospendere il punto sull’ammissibilità del referendum”. A farle eco la presidente del Pd Gianna Pentenero: "La scelta di cambiare la legge non doveva impedire il dibattito. Adesso aspettiamo la proposta di Cirio in tempi strettissimi: non accettiamo rinvii".

 

La maggioranza difende la scelta

A difendere la scelta i capigruppo di Maggioranza Carlo Riva Vercellotti di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ricca della Lega, Paolo Ruzzola di Forza Italia e Silvio Magliano della Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale: "questa consultazione referendaria sottrarrebbe ai piemontesi 30 milioni di euro. Soldi che potrebbero essere utilizzati per la sanità, gli anziani e i disabili. La minoranza tira dritto solo per questioni politiche".

"Come maggioranza proponiamo l'abrogazione senza alcun costo per i cittadini. I piemontesi non hanno bisogno di altro per valutare quale sia la soluzione più razionale" conclude il Presidente del Consiglio Regionale Davide Nicco.

Cinzia Gatti

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