La maggioranza in Consiglio Regionale sospende la richiesta di referendum sulla sanità pubblica, dopo che la Giunta promette di approvare un disegno di legge per cancellare l'articolo 23: Pd e AVS in segno di protesta si imbavagliano la bocca con lo scotch.
Si è chiusa poco dopo le 15 giornata politica, apertasi con la marcia del "Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure" fino a Palazzo Lascaris per chiedere di indire una consultazione popolare: obiettivo abrogare la legge 2012 sulle sperimentazioni gestionali.
Il disegno di legge
Un referendum che non verrà fatto perché, come chiarito dall'assessore regionale Gian Luca Vignale, "giovedì o venerdì la Giunta approverà un dl che consentirà di superare la norma attuale, approvata a suo tempo dal centrosinistra, che consente il partenariato pubblico-privato per avviare specifiche sperimentazioni in ambito sanitario".
Lunedì l'atto arriverà in Commissione e poi in Aula. Una vittoria di Pirro per il Comitato: se da un lato infatti si cancella la legge contestata, dall'altro i piemontesi non andranno alle urne e non avranno quindi la possibilità di esprimersi sulla sanità pubblica.
Minoranza all'attacco
"Per noi - replica Vignale - si tratta di aver raggiunto l'obiettivo referendario: fare votare i cittadini ha un costo di 30 milioni di euro, soldi che al momento non sono presenti a bilancio". Parole queste ultime duramente contestate dalla capogruppo di AVS Alice Ravinale: "Esiste un capitolo apposito per le consultazioni popolari: è inaccettabile poi che, su uno strumento democratico previsto dagli statuti, venga usato l'argomento dei costi".
Sulle barricate anche la capogruppo del M5S Sarah Disabato: "di fronte ai sindacati la maggioranza ha sostenuto che non ci sarebbero stati problemi a discutere la questione, invece il primo intervento è per sospendere il punto sull’ammissibilità del referendum”. A farle eco la presidente del Pd Gianna Pentenero: "La scelta di cambiare la legge non doveva impedire il dibattito. Adesso aspettiamo la proposta di Cirio in tempi strettissimi: non accettiamo rinvii".
La maggioranza difende la scelta
A difendere la scelta i capigruppo di Maggioranza Carlo Riva Vercellotti di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ricca della Lega, Paolo Ruzzola di Forza Italia e Silvio Magliano della Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale: "questa consultazione referendaria sottrarrebbe ai piemontesi 30 milioni di euro. Soldi che potrebbero essere utilizzati per la sanità, gli anziani e i disabili. La minoranza tira dritto solo per questioni politiche".
"Come maggioranza proponiamo l'abrogazione senza alcun costo per i cittadini. I piemontesi non hanno bisogno di altro per valutare quale sia la soluzione più razionale" conclude il Presidente del Consiglio Regionale Davide Nicco.