Ancora una giornata di violenza nel carcere di Torino. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Questa mattina intorno alle 9,30, presso la Casa circondariale di Torino, una detenuta italiana nota per comportamenti violenti e disturbi psichiatrici, all’interno del Padiglione femminile, per vari motivi futili ha aggredito un’altra detenuta”,spiega il segretario SAPPE per il Piemonte Vicente Santilli: “Tempestivamente, la poliziotta di servizio in sezione è intervenuta per evitare il peggio ma la detenuta si è scagliata anche contro la collega. Purtroppo, l'agente ha riportato vari traumi ed è dovuta ricorrere al nosocomio perché le cure del caso”.
Il SAPPE esprime “appezzamento, vicinanza e solidarietà alla poliziotta intervenuta, che ha comunque impedito peggiori conseguenze, e chiede all’Amministrazione di proporre la giusta ricompensa al personale che ha messo in pericolo la propria incolumità”.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece rivolge il suo apprezzamento al personale del carcere di Torino ma giudica la condotta della detenuta violenta “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Piemonte(in sono ristrette in cella oltre 4.500 persone) sono ad alta tensione ed immediato deve essere il trasferimento della detenuta: chi aggredisce un poliziotto aggredisce lo Stato e la risposta deve allora essere ferma ed immediata, anche riaprendo carceri nelle isole come Pianosa”. Rinnova al DAP la richiesta dipotenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, di Torino in particolare, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti. Cifre che a Torino lievitano ulteriormente in termini percentuali: Lo scorso 31 maggio, rispetto ai 1.100 posti letto, la Casa circondariale ospitava 1.428 detenuti, 694 dei quali stranieri e 128 donne”. Il leader nazionale del SAPPE ricorda che “il SAPPE da decenni chiede l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari.”. E torna a chiedere la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane. “Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!” conclude Capece.