La collezione di 534 soldati in piombo di Giulio Segre, che riproducono i Carabinieri in varie uniformi e mansioni, in un arco temporale che va dalla Gendarmeria francese al 2008, sono ora in bella mostra nelle teche della Caserma "Cernaia" della Scuola Allievi Carabinieri di Torino.
Segre, medico odontoiatra saluzzese, deceduto nel 2015, li aveva donati al luogotenente Fabrizio Giordano, comandante della stazione dei Carabinieri di Saluzzo, del quale apprezzava l’etica professionale e l’umanità, affinchè i suoi soldatini trovassero giusta collocazione per essere ammirati. Desiderava che la collezione fosse un omaggio all’Arma.
I soldatini erano già stati esposti a Saluzzo nel 2014, all'antico palazzo comunale, per il bicentenario della nascita del corpo del Carabininieri, insieme all’originale del volume conservato nell’archivio storico che attestava l'apertura del primo presidio in città, appena un mese dopo la creazione del corpo, nel 1814.
Dopo essere stati custoditi per qualche anno nella caserma di Saluzzo, d’accordo con le figlie di Segre, Elena ed Enrica, sono stati donati, giovedì scorso alla Caserma «Cernaia» di Torino alla presenza del colonnello Giuseppe Carubia che quando era comandante provinciale di Cuneo, aveva già ammirato a Saluzzo la collezione. "Sono felice che oggi sia qui. In questa scuola dove studiano i futuri Carabinieri e dove vengono in visita migliaia di persone che avrannno modo di ammirarla".
Presente alla donazione come ospite d’onore, lo storico Alessandro Barbero che nella sua lezione agli allievi, ha ricordato la straordinaria storia di Giulio Segre, bambino ebreo, che durante la Seconda Guerra Mondiale, fu salvato da un giovane sacerdote di Courmayeur (Cirillo Perron ) che lo tenne nascosto. Storia raccontata dallo stesso Segre nel libro "Don Cirilllo e il nipotino".
Nel quadro generale Barbero ha sottolineato il ruolo che hanno avuto gli uomini dell’Arma in quegli anni, non sempre noto, come il sacrificio di Salvo D'Acquisto, i martiri di Fiesole, gli oltre 2.700 caduti dopo l’8 settembre.
Il filo tematico della collezione, nasce dalla stima e simpatia verso l’Arma di Segre e dalla sua passione per la storia.
"Ogni soldatino ( tutti dipinti a mano, molti dal collezionista stesso) è in connessione con un evento - diceva Segre - e mi spinge a conoscerlo meglio. Mi interessa la vicenda storica che c’è dietro ognuno di loro. Un soldato del 1848 mi può condurre alla battaglia di Pastrengo, come le truppe in divisa coloniale mi portano ad un approfondimento sulla presenza dei Carabinieri nelle colonie d’Africa”.
Così come aprono altre pagine storiche e di attività in aiuto alle popolazioni, i soldatini in piombo a piedi, a cavallo, in bici, sugli sci, sommozzatori, militari semplici e ufficiali in alta uniforme, che Segre iniziò a collezionare, comprandoli in ogni parte d’Italia e del mondo, in fiere di settore, via internet e soprattutto da un artigiano romano.