Un giardino storico che guarda al futuro senza tradire la propria anima ottocentesca. Con questo lo spirito è stato tagliato il nastro che ha finalmente mostrato al pubblico il nuovo volto di piazza Maria Teresa dopo un importante intervento di restauro.
270 metri lineari di nuove piante
Il progetto, sviluppato all’insegna della sostenibilità, della collaborazione tra pubblico e privato e del rispetto per il patrimonio storico, ha voluto restituire alla piazza una forte identità, valorizzando contemporaneamente il giardino interno e l’area verde che lo circonda. Tra gli interventi più significativi spiccano i 270 metri lineari di nuove piante inserite con cura all’interno del perimetro. Le aree verdi circostanti, inoltre, sono state recintate per garantirne una corretta manutenzione e preservarne lo stato.
"Questo percorso è iniziato un paio di anni fa, quando abbiamo cominciato a parlare del progetto insieme a soggetti pubblici e privati, che hanno saputo lavorare in sinergia– ha dichiarato l’assessore al Verde Pubblico Francesco Tresso – È nato un vero e proprio senso comune di cura per il bene collettivo, di cui oggi abbiamo un enorme bisogno. Un’esperienza che può e deve essere replicata in altri contesti urbani".
Tresso ha sottolineato come l’intervento abbia saputo coniugare il rispetto per l’impianto originale ottocentesco della piazza con soluzioni progettuali innovative, attente alla sostenibilità ambientale. "È stato fondamentale il contributo delle partecipate della Città – ha aggiunto – che hanno saputo integrare elementi tecnici importanti nel disegno complessivo".
La riqualificazione dell'illuminazione pubblica
Tra queste, Iren Energia Spa, che si è occupata della riqualificazione dell’impianto di illuminazione pubblica, riuscendo ad aumentare la luminosità dell’area e al tempo stesso a ridurre i consumi energetici di oltre il 50% grazie all’utilizzo della tecnologia LED. "Un intervento che non solo migliora l’efficienza ma abbatte anche i costi complessivi", ha infatti spiegato il presidente di Iren Luca dal Fabbro.
Fondamentale anche il contributo di SMAT, rappresentata dal presidente Paolo Romano: "Questo progetto è un esempio virtuoso. Abbiamo lavorato in maniera mirata inserendo un grande serbatoio in grado di raccogliere le acque per alimentare i tradizionali 'toretti', garantendo così un efficace riciclo idrico. Per i mesi invernali, inoltre, è stato previsto un sistema di bypass che consente di gestire in modo ottimale l’irrigazione, assicurando lo sviluppo del verde durante tutto l’anno".
L’intervento ha riguardato anche la ridefinizione dell’andamento curvilineo delle quattro aiuole trapezoidali, ristabilendo una gerarchia nei percorsi e sottolineando il baricentro dell’aiuola centrale. Un’azione condotta con cura per riportare armonia al disegno originario e restituire piena dignità a uno dei cuori verdi del Borgo Nuovo, sorto a sud-est della città antica sulle macerie delle mura cittadine.
Il ruolo dell'Associazione Amici della Piazza Maria Teresa
Determinante è stato il ruolo dell’Associazione Amici della Piazza Maria Teresa, promotrice del progetto fin dalle primissime fasi e impegnata anche nella manutenzione del giardino per i prossimi tre anni. "Un importante aspetto dell’operazione, realizzata in maniera sinergica con la Città – ha dichiarato il presidente Giorgio Marsiaj – Il valore educativo dell’iniziativa sta tutto nell’intento di promuovere l’Educazione Civica: il bene pubblico è di tutti e ognuno deve sentirsi parte attiva nel prendersene cura e contribuire a costituire una comunità coesa e consapevole".
Un pensiero condiviso anche da Licia Mattioli, presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, che ha contribuito al progetto: "La Consulta si fonda sulla cultura della condivisione, lo facciamo da 38 anni con impegno e costanza, alla ricerca di mediazioni ed alleanze di alto profilo per rispondere al meglio alle necessità della comunità. Ci prendiamo cura dell’eredità storica e culturale che il passato ci ha donato, per consegnarla alle generazioni a venire".
"I 41 soci della Consulta investono ogni anno circa un milione di euro sul territorio", ha aggiunto Mattioli. "Investire in cultura non è solo agire una leva economica di sviluppo e crescita della società, ma è impegno di inclusione sociale. Il bene comune è uno ed indivisibile. È di tutti, e le nostre realizzazioni parlano per noi".