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Attualità | 23 agosto 2025, 08:25

Apre a Bricherasio l’atelier di Handford, lo scultore del cemento

Residente a Bibiana ha scelto i capannoni di stradale Cappella Merli che hanno ospitato diversi fabbri e un magazzino comunale

Lo scultore del cemento Tim Handford

Lo scultore del cemento Tim Handford

C’è un po’ di lui nella rupe su cui si sdraiano le leonesse a Cumiana, nella spirale del tempo a Miradolo, e sul tetto del Museo Egizio di Torino, tra le erbe aromatiche coltivate come si faceva anticamente. Tim Handford, con la sua arte, arriva dove c’è bisogno di effetti scenografici, di ricreare ambienti naturali o esprimere concetti astratti, puntando sulla concretezza e resistenza di materiali come ferro e cemento. Quarantanovenne, inglese di origine e pinerolese d’adozione, Handford ha iniziato come scultore della sabbia per passare poi al cemento. Residente a Bibiana, sta lavorando all’allestimento del suo primo atelier che aprirà a Bricherasio: “Qui ho tutto lo spazio, ad esempio, per scolpire dei dinosauri, che poi potrò smontare e rimontare altrove. Potrò lavorare al coperto senza preoccuparmi della pioggia e del freddo” racconta.

Dagli habitat naturali all’edilizia artistica

È lui a realizzare molti degli habitat dello Zoom di Cumiana, uno degli ultimi è quello dei leoni. Suoi gli animali preistorici dell’Atlantis di Miradolo per cui realizzò la sua prima scultura di cemento nel 1998 e dove, recentemente, è stata inaugurata la spirale del tempo con cui Handford, in 23 metri, ha rappresentato quattro miliardi e seicento milioni di anni di storia della Terra: “Un lavoro complesso che è durato molto tempo: l’ho iniziato a settembre 2024 per finirlo lo scorso aprile” racconta.

Finora, buona parte della sua attività si svolge sul posto, all’aria aperta, ma ora a Bricherasio ha trovato un luogo dove potrà creare opere imponenti al riparo dalle intemperie e non solo: “Qui sorgerà anche il mio primo show room: cui si potrà vedere da vicino cosa vuol dire l’edilizia artistica e le sue applicazioni nella ristrutturazione delle case”.

Nuova vita per i capannoni dei fabbri

La tecnica infatti gli permette di realizzare elementi architettonici per edifici, giardini, piscine: “Svilupperò questo settore di edilizia artistica. Le mie tecniche di lavorazione di materiali cementizi danno forma ad arcate, camini, scale e altri elementi che, scolpiti a mano, si adattano ad ambienti di ispirazione antica o moderni”.

Per realizzare questo obiettivo Handford ha scelto i capannoni di stradale Cappella Merli a Bricherasio, poco lontano dal passaggio a livello, uno spazio di 400 metri quadri circa. “Destinato per qualche anno a magazzino comunale come deposito di materiale e garage del pulmino, era l’officina del fabbro del paese. Di lì uscivano i carri e i ‘tamagnun’ (rimorchi per i trattori, ndr) con il marchio ‘Trucco-Bosio’. Diversi altri fabbri, successivamente, affittarono quei locali” racconta la ‘vicina di casa’ ed ex maestra del paese Lilly Di Martino.

“Stabilirmi qui per me è un’evoluzione che porta verso creazioni sempre meno effimere. Mano a mano sono diventato più stanziale: la sabbia mi ha portato in Australia, Cina, Giappone, ora voglio fare qualcosa sul posto, possibilmente dando lavoro ad altre persone” afferma Handford.

Alberi esotici e essenze dell’antico Egitto

Il suo lavoro ricorre a molte tecniche artigianali ma lascia spazio all’espressione artistica. Handford mostra con orgoglio le foto dei suoi alberi esotici in cemento soffermandosi sul gioco intricato delle radici e sul realismo della corteccia. Imita le immagini della natura che ha in testa: “Scolpisco fino a quando il cemento non prende la forma precisa della roccia o del tronco che immagino, allora mi fermo”. Sono due le fasi artistiche: “La prima è la saldatura della struttura in ferro successivamente avvolta dalla rete su cui viene spruzzato ad alta pressione il cemento. La seconda è il momento vero e proprio della scultura” racconta.

L’immaginazione lo ha aiutato tante volte a tuffarsi nella storia così come ha fatto all’Atlantis e al Museo Egizio. Suo infatti l’imitazione del reperto archeobotanico in cui, dal 2024, crescono le erbe aromatiche sul tetto del museo torinese.

Elisa Rollino

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