Nel 2024 in Piemonte il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo, con 464.010 nuove assunzioni e 441.810 cessazioni. Il dato emerge dal rendiconto sociale dell’Inps da cui emerge che rispetto al 2023 sono diminuite sia le assunzioni a tempo indeterminato, passando da 91.247 a 81.627, sia i contratti a tempo determinato, che passano da 131.894 a 126.582. Diminuiscono anche le assunzioni con contratto a tempo parziale che passano da 165.205 a 162.783. Il tasso di occupazione è cresciuto passando da 67,1% a 69%, mentre diminuisce la disoccupazione che passa da 6,2% a 5,4%.
La percentuale degli inattivi è diminuita, passando da 28,4 al 27. In crescita è il ricorso alle prestazioni di disoccupazione per cessazione dei rapporti di lavoro che passano da 184.413 a 190.712, ed è cresciuto il ricorso alla cassa integrazione, che passa da 7.392.376 ore del 2023 a 12.551.278 ore nel 2024. Complessivamente, i beneficiari di ammortizzatori sociali per sospensione del lavoro passano da 53.738 del 2023 a 82.263 del 2024. La retribuzione dei lavoratori piemontesi è pari a 112,1 euro medi giornalieri per i maschi, superiore alla media nazionale, che è pari a 107,5 euro, e 82,1 per le femmine, superiore a quella nazionale che è di 79,8 euro.
Anche in Piemonte i dati del rendiconto confermano una perdurante disparità di genere, in particolare per quanto attiene i livelli occupazionali, la maggiore incidenza dei contratti a termine e part- time, ai livelli retributivi e dei trattamenti pensionistici. I pensionati piemontesi sono 1.313.778, di cui 605.702 maschi e 708.076 femmine. I titolari di assegno sociale sono 36.055 e i titolari di assegno di accompagnamento e pensione invalidità civile sono 155.288. L’importo medio delle pensioni vigenti risulta superiore rispetto al dato nazionale per i lavoratori dipendenti privati e per gli autonomi. Nel 2024, in Piemonte sono state liquidate 65.133 pensioni previdenziali, in aumento con il dato del 2023, ma in calo rispetto ai valori degli anni precedenti. Le prestazioni pensionistiche assistenziali liquidate nel 2024 sono state 127.322 indennità di accompagnamento e 49.754 prestazioni di invalidità civile.
Si riduce, poi, il numero dei beneficiari di opzione donna e del sistema delle quote a seguito delle recenti modifiche normative. Diminuiscono inoltre i trattamenti di Ape sociale e quelli a favore dei lavoratori precoci, mentre aumentano i lavori usuranti Nel corso del 2024 sono state accolte 38.298 domande di Assegno di Inclusione e 5.503 domande di Sostegno per la Formazione ed il Lavoro, rispetto al numero di prestazioni per reddito e pensione di cittadinanza erogati nel 2022, pari a 50.949.
Sul fronte delle entrate contributive, nel 2024 si registra un leggero incremento del 2% rispetto all’anno precedente, inferiore al dato nazionale che è pari al 3,28%. Per quanto riguarda le riscossioni da recupero crediti in fase amministrativa da aziende con dipendenti si rileva un aumento rispetto al dato registrato nel 2023, passando da 412 milioni nel 2023 a 408 milioni nel 2024.
Il dato relativo alla riscossione coattiva (attraverso l’Agenzia delle Entrate) risulta maggiore rispetto all’anno precedente. Il numero delle ispezioni effettuate dall’Inps nel Piemonte è in aumento, passa da 586 nel 2023 a 618 del 2024, diminuisce, invece, il numero di ispettori impiegati, i quali attualmente sono 37, a fronte dei 39 del 2023 ma l’Istituto sta per procedere all’assunzione di nuovi previsti entro fine l’anno.
Complessivamente, conclude il rendiconto, i dati che riguardano la qualità del servizio dell’Istituto in Piemonte attestano un miglioramento dei tempi di attesa per l’erogazione delle principali prestazioni, pensioni, disoccupazioni, cassa integrazione, ma aumentano i tempi medi per le visite di invalidità civile pari a 152 giorni rispetto alla media nazionale che è di 125 giorni. Invece, si riducono i tempi per la gestione della fase amministrativa, giunti a 25 giorni.
Illustrando il rendiconto, il direttore regionale di Inps Piemonte, Vincenzo Ciriaco, ha sottolineato come la situazione socioeconomica della regione sia in equilibrio nonostante la complessa contingenza economica che interessa il paese e l’Europa. Il presidente del Civ, il Comitato di Indirizzo e Vigilanza, Roberto Ghiselli ha posto l’accento sulle criticità del mondo del lavoro, sottolineando la necessità di puntare “alla qualità del lavoro piuttosto che alla quantità”, evidenziando come le basse retribuzioni stiano diventando nel Paese un’emergenza che non può che acuire le difficoltà delle famiglie mentre il presidente del Comitato regionale del Piemonte Raffaele Arezzi ha espresso preoccupazione rispetto all’equilibrio della spesa pensionistica in ragione della frammentarietà del lavoro soprattutto fra i giovani.
Tra i relatori il vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino, ha espresso soddisfazione rispetto all’aumento del numero degli occupati, risultato delle politiche del lavoro messe in campo dalla Regione. La vicesindaca di Torino, Michela Favaro, ha posto l’attenzione sulla necessità che le istituzioni collaborino per rafforzare gli interventi a sostegno della comunità. Tra gli intervenuti anche l’ex ministro, Elsa Fornero che ha evidenziato come dietro ogni bilancio ci siano persone, scelte e conseguenze da gestire, sottolineando che è necessario puntare all’equità intergenerazionale poiché quanto più equo è il sistema di redistribuzione tanto più la società si orienta alla giustizia sociale.
La sociologa Chiara Saraceno ha posto l’accento sulla responsabilità pubblica per garantire inclusione sociale, il vicedirettore dell’Unione Industriali di Torino Massimo Richetti ha espresso preoccupazione per i dati emersi dal rendiconto sociale sul piano della tenuta economica delle imprese che stanno soffrendo la forte competizione asiatica e infine, Cristina Maccari, intervenuta in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil ha apprezzato la capacità dell’Inps nell’esporre in modo analitico i dati anche in ottica di genere.