Una città laboratorio per l’innovazione urbana. Il sindaco Stefano Lo Russo sale in cattedra e spiega, slide alla mano, il percorso che ha legato negli ultimi anni la fondazione Bloomberg ai consiglieri comunali riuniti in commissione. Tra inglesismi (e qualche palpebra calante tra i presenti) la presentazione ha restituito i risultati di quanto fatto con la prestigiosa realtà newyorkese.
Un percorso che parte dal 2023, quando Torino comincia la collaborazione con Bloomberg Philanthropies per innovare le politiche pubbliche con dieci progetti attivati su dati, urbanistica, sostenibilità e partecipazione per rafforzare le competenze interne e migliorare i servizi con l’obiettivo di rendere Torino "efficace, trasparente e connessa alle reti internazionali".
Dalla City Leadership Initiative con formazione di alto livello a Harvard a cui hanno preso parte lo stesso sindaco e il team direzionale e che ha permesso di entrare in una rete globale di città all’avanguardia. Passando per il progetto Data Track, con la John Hopkins University, che ha come impatto quello di ridurre del 90% l’arretrato sui permessi edilizi (backlog) usando dati e formazione specializzata. C’è poi il programma Managing Talent di Bloomberg e Harvard, con cui si punta a migliorare l’attrazione e il benessere del personale, con quasi 500 nuove assunzioni previste nel 2025. Alla partecipazione al Bloomberg CityLab 2024 a Città del Messico, passando per Youth Climate Action Fund, un sostegno a 29 progetti giovanili per una città più verde e inclusiva, coinvolgendo centinaia di giovani. E ancora. Il Pay It Forward, la piattaforma digitale di solidarietà peer-to-peer per supportare cittadini in difficoltà. Alla collaborazione con l’ente filantropico per rafforzare il proprio City Brand internazionale, all’ingresso nel programma Bloomberg LSE European City Leadership per sviluppare strategie di trasformazione urbana con altri sindaci europei.
E infine un tema di stretta attualità. Quel Piano Regolatore Generale che Torino porta avanti dal 2023 con il supporto di Bloomberg Associates e dell’urbanista Amanda Burden, responsabile della Pianificazione Urbanistica. Qui il focus è sul coinvolgimento civico: con strumenti digitali, metodologie partecipative e il rafforzamento del dialogo con il territorio. Una consulente locale affianca l’assessorato all’Urbanistica per coordinare l’attività con il team USA con lo scopo di realizzare un PRG moderno e condiviso.
E su chi gli promette battaglia in Regione - con il consigliere Fabrizio Ricca della Lega che ha presentato un odg per discutere il piano regolatore di Torino in consiglio - Lo Russo invita a "una discussione di livello adeguato”, con la finalità di restituire alla città un piano che sia di “sviluppo e coesione sociale”.
Tutto molto bello, avrebbe chiosato Pizzul. Tanto che gli stessi colleghi della maggioranza Lo Russo ammettono la portata dell’operazione Bloomberg di cui, per ammissione, non ne avevano intuito la portata. O almeno questo è quello che riferiscono alcuni.
Il sindaco prende e porta a casa poi difende la missione con un lungo intervento in risposta al consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Russi, il quale ha voluto esprimere perplessità sul rischio di “bloombergizzare” la cosa pubblica, visti i molti ambiti di intervento su asset strategici della città, e sul mancato confronto con il consiglio comunale. Di contro il sindaco si appella al Tuel, che non prevede passaggi consiliari per accordi di questo tipo: così come avviene con Fondazione Crt, Politecnico o altri.