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Economia e lavoro | 24 novembre 2025, 14:04

Fondazione Crt, 620 milioni in 3 anni tra AI, innovazione e centro ricerca dell’Egizio

Presentate le linee strategiche dell’ente di origine bancaria. Poggi: “Non idee astratte, ma attenzione per il territorio”

Anna Maria Poggi, presidente di Fondazione Crt

Anna Maria Poggi, presidente di Fondazione Crt

Un triennio da 620 milioni. Ecco il valore delle nuove linee strategiche della Fondazione Crt per il periodo 2026-2028, presentato questa mattina alle Ogr alla presenza di oltre 500 persone rappresentanti delle diverse anime del territorio: da quella economica a quella della ricerca, fino al Terzo Settore.

Erogazioni e investimenti

Di questi 620 milioni, 350 saranno destinati alle erogazioni, mentre i restanti 270 andranno in investimenti per lo sviluppo territoriale. Le parole d’ordine spaziano dal piano di alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale al rafforzamento dell’ecosistema di innovazione, fino al centro ricerca del Museo Egizio

“Creare sviluppo per noi e per il nostro territorio”

"Il nostro patrimonio vale oggi quasi 6 miliardi di euro, più che raddoppiato dal 1991 a oggi - dice Patrizia Polliotto, segretario generale della fondazione - e abbiamo creato valore diretto per 5 miliardi in 35 anni. Il nostro mantra è la responsabilità verso un patrimonio che non è nostro, ma ci è stato affidato pro tempore. Vogliamo agire con spirito di restituzione per creare sviluppo per il territorio, per noi e per i nostri figli".

“Meraviglia, cura e crescita”

"Per una fondazione come la nostra il futuro non è lontano, imperscrutabile, ma si costruisce ogni giorno - sottolinea la presidente della Fondazione Crt, Anna Maria Poggi - Meraviglia, cura e crescita sono le nostre parole di riferimento: non idee astratte, ma diventano reali solo se nascono dall’attenzione verso il territorio. La bussola per il nostro operato dei prossimi tre anni è nato da mesi di analisi e ascolto. Vogliamo essere fondazione innovatrice, ma anche tessitrice che connette attori pubblici e private attorno ad azioni comuni. E poi sussidiaria, che non si sostituisce, ma che vuole sostenere quel che già esiste".

Sono cinque gli ambiti chiave: a cominciare dal Benessere e prossimità, con interventi rivolti alle persone fragili, anziane, sole, ma anche minori e immigrati o disabili. Ma anche Educazione ed autonomia per fare inclusione. E poi Lavoro accessibile per rendere più semplice l’ingresso sul mercato del lavoro per chi ha maggiori difficoltà (giovani, donne vulnerabili). Poi Comunità partecipi per aumentare partecipazione civica e sociale, oltre che culturale. E poi Conoscenza che innova, con investimenti in ricerca applicata.

Tre nuovi progetti

Con l’università di Torino stiamo progettando l’alfabetizzazione verso l’intelligenza artificiale, ma sosterremo anche il potenziamento dell’ecosistema dell’innovazione - dice ancora Poggi - Presso il Museo Egizio nascerà un nuovo centro di ricerca per aumentare le conoscenze e la leadership internazionale di Torino. Tutto questo per noi non è che un punto di partenza, per costruire un valore che sia davvero di tutti e per tutti”.

“Non c’è sviluppo senza coesione sociale”

Presenti anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo e il governatore del Piemonte, Alberto Cirio“Se non c’è ricchezza non ci sono risorse da distribuire e se non c’è sviluppo non può esserci coesione - ha detto Lo Russo -. Ridurre le disuguaglianze è determinante e si declina in tanti aspetti, dal trasporto pubblico ai massimi sistemi. Non serve un approccio ideologico, ma servono valori e ideologie. Le problematiche non si risolvono con gli slogan, ma solo se ci si mette intorno a un tavolo per il bene comune. Il nostro è un modello che spero si possa estendere a livello della politica nazionale e internazionale”.

La sfida dell’AI per il turismo (e non solo)

Tra i grandi cambiamenti del territorio, poi, c’è anche la grande crescita del turismo, con tante eccellenze, ma forse in mancanza di un assetto generale. “Quella dell’intelligenza artificiale è una sfida che riguarda soprattutto il suo utilizzo - sottolinea Cirio - e questo vale anche per il turismo. Bisognerà saperla inserire in una rete più ampia e completa, con un ragionamento di sviluppo complessivo e di sistema“.

Il 2050? “Le radici profonde non gelano”

E pensando al nostro territorio nel 2050, Lo Russo cita Cirio: “Le radici profonde non gelano. Torino ha un identità industriale e che ha avuto la capacità di cogliere i problemi come straordinarie opportunità. Le stesse Ogr sono una di queste dimostrazioni. Questa deve continuare a essere la traiettoria: Torino deve essere una grande polarità per la formazione eccellente e coltivare anche vocazioni che fino a pochi anni fa sarebbero stati inimmaginabili. Torino sa fare le cose, ma non solo le manifatture: anche gli eventi. Questo mi dà fiducia per il futuro”.

E proprio Cirio aggiunge: “Da sempre in Piemonte facciamo quello che serve. Questo perché abbiamo basi forti e rapporti istituzionali corretti tra enti come la Fondazione e la politica. È doveroso rapportarsi con correttezza, trasparenza e chiarezza. Ognuno fa il proprio mestiere e abbiamo un futuro che è buono per la nostra terra: abbiamo elementi e strumenti di grande forza. A cominciare proprio dall’aerospazio che ha commesse per i prossimi 15 anni: non vuol dire fare pallottole, ma creare sicurezza in tutti i settori. E tante imprese automotive in difficoltà si ritrovano proprio con un nuovo impegno nell’aerospazio. Ma lo stesso automotive non molla, come dimostra l’avvio di domani della produzione della 500 ibrida”.

Massimiliano Sciullo

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