Emissioni di ammoniaca nell’aria: le aziende agricole, che hanno terminato interventi di adeguamento subito prima dell’entrata in vigore del Piano stralcio agricoltura, avranno sette anni di tempo (non più cinque) per adeguarsi agli standard per la qualità dell’aria. Non sarà necessaria la comunicazione preventiva degli spandimenti e la copertura fissa obbligatoria delle letamaie.
Il Consiglio regionale, in chiusura di seduta, ha approvato a maggioranza la delibera sulle emissioni di ammoniaca in agricoltura, legate al Piano regionale per la qualità dell’aria. Il presidente della Commissione agricoltura, Claudio Sacchetto, ha illustrato in aula il provvedimento: “Per le organizzazioni agricole l’obbligo delle coperture fisse sulle letamaie costringerebbe le aziende a sostenere costi notevoli e anche ad avere difficoltà con i Comuni che devono concedere i permessi. Con l’approvazione di questa delibera, potranno usare nuove tecnologie per diminuire le emissioni di ammoniaca nell’aria e avranno più tempo per adeguarsi”. Approvati anche i due emendamenti tecnici presentati dallo stesso Sacchetto e dal consigliere Sergio Bartoli sulle tempistiche.
I consiglieri di maggioranza Annalisa Beccaria (Fi), Silvio Magliano (Lista Cirio), Roberto Ravello (FdI) e Marco Protopapa (Lega) hanno sostenuto la bontà della delibera: “voteremo convintamente a favore di un provvedimento adottato in armonia con le associazioni degli agricoltori – hanno detto –. Attraverso buone pratiche ridurremo le emissioni di ammoniaca nell’ambiente, anche prima di altre regioni. Noi cerchiamo di avere un approccio razionale e non ideologico, siamo per un ambientalismo ragionevole ed equilibrato”.
In discussione generale sono intervenuti i consiglieri di opposizione Alice Ravinale (Avs), Alberto Unia e Sarah Disabato (M5s) per esprimere la propria contrarietà ad una norma che “pur riconoscendo la difficoltà della situazione – hanno sostenuto - concede soltanto proroghe. Dovrebbe esserci più attenzione alla crisi climatica che incide particolarmente proprio sull’economia del mondo agricolo. Servirebbero dati certi e regole certe, verifiche precise e sostegno agli allevatori”.
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