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Attualità | 18 dicembre 2025, 09:09

"Askatasuna era occupata". Lo Russo: "Cessa il patto di collaborazione su corso Regina"

A novembre avevano preso il via le attività di pulizia del pianterreno, con l'obiettivo di arrivare alla ristrutturazione

"Askatasuna era occupata". Lo Russo: "Cessa il patto di collaborazione su corso Regina"

Cessa il patto di collaborazione della Città di Torino su Askatasuna. A chiarirlo in modo netto il sindaco Stefano Lo Russo, dopo le perquisizioni in corso a partire da questa mattina nell'immobile di corso Regina Margherita 47. La motivazione dello stop?

"Immobile occupato"

"La Prefettura - spiega il primo cittadino - ha accertato la violazione delle prescrizioni relative all’interdizione all’accesso ai locali di corso Regina Margherita 47". Tradotto l'immobile era occupato, anche se doveva essere obbligatoriamente vuoto. 

Un punto quest'ultimo vincolante per la sussistenza del patto di collaborazione, che "pertanto è cessato, come comunicato ai proponenti” dice il primo cittadino. Una pietra tombale sull'accordo su Askatasuna che il Comune di Torino aveva rinnovato lo scorso 18 marzo, per altri 5 anni.

L'obiettivo della proposta, sottoscritto con un gruppo di cittadini, era recupero dell'immobile di corso Regina Margherita 47, che oggi finisce.

Il patto di collaborazione

In fase di rinnovo la Città aveva anche inserito una clausola precisa: in caso di violenza, antisemitismo e islamofobia, l'accordo "saltava" . Riavvolgendo i fili, nel gennaio 2024 il Comune aveva avviato un percorso di co-progettazione per la riqualificazione di Askatasuna. 

A marzo successivo era poi stato approvato un patto di collaborazione della durata di una anno che prevedeva l’utilizzo solo del giardino per permettere la prosecuzione delle attività con il Nido Il Giardino delle Fiabe e i cittadini del quartiere. A novembre 2025 aveva preso il via le attività di pulizia e riordino del pianterreno di corso Regina Margherita 47.

Cirio: "Askatasuna centro sociale fuori regole convivenza democratica"

“L’operazione in corso da questa mattina su Askatasuna - commenta il governatore Alberto Cirio - conferma ciò che, anche come Regione, sosteniamo da tempo, ovvero che questo centro sociale rappresenta una realtà che si pone al di fuori del rispetto delle regole e del perimetro della convivenza democratica".

Lega: "Aska luogo di illegalità"

Soddisfatto dello stop al patto di collaborazione il capogruppo regionale Fabrizio Ricca: "Aska è un luogo di illegalità. Siamo soddisfatti che il sindaco Lo Russo abbia preso atto della realtà".

Forza Italia: "Aska per ospitare famiglie in difficoltà"

"Lo Russo - commentano Roberto Rosso e Marco Fontana, senatore e segretario cittadino di Forza Italia - scopre l'acqua calda. Ora speriamo che lo sgombero sia definitivo e confidiamo che l’immobile venga finalmente restituito alla città e destinato alle famiglie in difficoltà, ragazze madri, persone senza dimora". "Una parte dello stabile potrebbe inoltre essere utilizzata per l’accoglienza temporanea di famiglie palestinesi arrivate a Torino per curare i propri figli, o di studenti palestinesi", concludono gli azzurri.

FdI: "Patto carta straccia"

Rincara la senatrice di FdI Paola Ambrogio: "Questo patto era carta straccia sin dal principio, ma il sindaco se ne accorge solo oggi. Meglio tardi che mai, anche se ciò certifica quanto sia lontano dalla realtà e ostaggio della propria ideologia. Non può esserci dialogo con chi pratica o giustifica la violenza". Per la capogruppo meloniana alla 7 Patrizia Alessi lo sgombero "certifica quello che abbiamo sempre sostenuto: in corso Regina 47 continuava ad esistere la base del peggior antagonismo violento"

"Amareggia constatare - aggiunge l'onorevole di Azione Daniela Ruffino - che da parte del sindaco Lo Russo c'è una lettura per così dire burocratico-istituzionale della vicenda che ha invece un profilo politico e sociale fin troppo evidente. Molto meglio per la credibilità del sindaco e della città, se il patto di collaborazione fosse stato impugnato da Lo Russo appena scoppiati i primi incidenti e accertata la responsabilità oggettiva di esponenti di Askatasuna". 

M5S: "Su Askatasuna Lo Russo ha sbagliato tutto: si dimetta"

Ancora più netto il capogruppo comunale del M5S Andrea Russi: "Su Askatasuna Lo Russo ha sbagliato tutto. Ha gestito questa vicenda in modo politicamente fallimentare e le conseguenze della gestione successiva ricadono interamente su di lui. Per questo chieda scusa ai torinesi e si dimetta".

Moderati: "Ora concentriamoci su temi più importanti"

Ad intervenire anche i Moderati, forza di maggioranza in Sala Rossa, da sempre contraria al dialogo con il centro sociale: "Askatasuna ha catalizzato fin troppo, senza giustificazione, il dibattito. Speriamo che questo capitolo venga archiviato in fretta e senza inqualificabili ritorsioni nei confronti di Torino. Finalmente nel 2026 potremo concentrarci su temi ben più importanti per tutti i cittadini torinesi".

Pd: "A questioni complesse non si risponde con percorsi complessi"

A difendere la scelta della Città di aver fatto il patto il Pd Torino, per voce del segretario metropolitano Marcello Mazzù e del capogruppo Claudio Cerrato: "Rispetto a chi accusa il sindaco di aver perso tempo, chiede responsabilità e azioni, rispondiamo dicendo che siamo i primi ad essersi impegnati davvero a prendere in mano la questione e costruire una strada per una gestione condivisa". 

"A questioni complesse si risponde con percorsi complessi che mettono insieme tutte le energie. Il Partito Democratico non ha mai cercato soluzioni semplici e facili slogan che servono unicamente a aizzare le opposte tifoserie. Questo perché gestire la cosa pubblica - cercando anche di salvaguardare esperienze di quartiere in corso da trent'anni - è altra cosa" concludono.

Per le consigliere regionali dem Gianna Pentenero e Nadia Conticelli: "Ora bisogna costruire il futuro di corso Regina, anche recuperando una vocazione di centro per il protagonismo giovanile".

AVS-SE: "Meloni criminalizza le lotte sociali"

Per AVS e SE lo "sgombero di Askatasuna comunicato via Instagram da Piantedosi è un atto gravissimo".  "Un ulteriore passo - aggiungono - verso la criminalizzazione delle lotte sociali ed è il tentativo di cancellare spazi di partecipazione e solidarietà". "Ma la storia dei centri sociali non si cancella con un’operazione di polizia. La città deve resistere a un governo che usa luoghi come il Leoncavallo e Aska come lo scalpo del nemico: occorre aprire subito un confronto pubblico sul futuro dell’immobile di corso Regina, perché Torino non ha bisogno di silenzi, ma di spazi vivi, aperti, partecipati”.

Torino Domani: "Patto collaborazione unica strada"

A difendere la scelta del Patto di Collaborazione è la capogruppo di Torino Domani Tiziana Ciampolini: "E' l’unica strada amministrativa e politica ragionevole: è atto politico coraggioso di cui prima di oggi nessuno si era assunto la responsabilità".

"La destra - prosegue, insieme al presidente di Torino Domani Giorgio Giardina - esulta mentre un processo amministrativo e partecipativo viene spazzato via dagli idranti del Governo insieme ad un presidio sociale gestito dai cittadini anch’esso necessario per la sicurezza di tutta la città".

E anche da parte della Cgil Torino arriva l'invito a Palazzo Civico a "non abbandonare il percorso intrapreso affinché il centro diventi risorsa della città e bene comune di tutte e di tutti".

Arci Torino con Askatasuna

A schierarsi anche accanto ad Askatasuna è Arci Torino, che commenta: "Questo sgombero è un errore. Le presunte irregolarità amministrative, tutte da accertare, vengono utilizzate come pretesto per chiudere ogni spazio di mediazione e affermare una scelta politica e ideologica".

"È un segnale politico preciso di questo governo: si preferiscono lo scontro alla costruzione di soluzioni, la repressione e la propaganda alla mediazione. Arci continuerà a difendere il valore degli spazi sociali indipendenti, contro ogni visione che vorrebbe le nostre città e i nostri quartieri normalizzati e in balia delle sole logiche del mercato e del consumo" concludono.


Cinzia Gatti

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