Musica, cori scanditi al microfono, bandiere palestinesi e quelle del gruppo Autonomo Contropotere. Nel tardo pomeriggio di oggi, giovedì 18 dicembre, corso Regina Margherita si riempie di persone davanti al palazzo che ospitava il centro sociale Askatasuna, sgomberato all’alba da un’operazione congiunta delle Forze dell’ordine e ora posto sotto sequestro. Una manifestazione di solidarietà che, fin dalle prime battute, assume i toni della protesta politica e della sfida aperta.
"Il futuro comincia adesso"
"Askatasuna vuol dire libertà, il futuro comincia adesso", recita uno degli striscioni. Dal camioncino degli organizzatori raccontano una serata che non vuole restare in silenzio: "In una serata come questa non possiamo non gridare". Le parole che arrivano dai microfoni sono nette: "Askatasuna non si tocca, la difenderemo con la lotta. Essere qui stasera è la risposta che non abbiamo paura: possono sgomberare, ma ci troveranno sempre nelle strade".
La contestazione si allarga rapidamente dal piano locale a quello nazionale. Secondo gli interventi, lo sgombero sarebbe una scelta politica precisa: "Oggi hanno fatto un’operazione all’alba, sopra la testa dei cittadini, da parte del governo Meloni e del ministro Piantedosi. È la volontà chiara di un governo fascista che vuole reprimere le manifestazioni per la causa palestinese, che ci hanno visto sfilare per tutta Italia e bloccare il Paese".
Nel mirino anche il sindaco
Nel mirino, però, non c’è solo Roma. I fischi e gli slogan chiamano in causa direttamente Palazzo Civico e il sindaco Stefano Lo Russo. A rincarare la dose è Giorgio Cremaschi, sindacalista ed ex garante del progetto di bene comune che si stava realizzando proprio su Askatasuna insieme all’amministrazione comunale. Le sue parole sono tra le più dure della serata: "Sono indignato per questo sgombero. Ero il garante della ricostruzione di uno spazio per la comunità e per il quartiere".
Cremaschi rivendica il lavoro svolto nelle settimane precedenti: "Qualche settimana fa ho visto giovani che lavoravano per la città, per un luogo sociale e democratico. Ma a questo governo di fascisti forse è proprio questo che dà fastidio". Poi l’affondo politico: "È un atto intimidatorio, rivolto contro le manifestazioni per la Palestina. Gli abbiamo fatto paura".
Cremaschi: "Lo Russo complice del governo"
Nel suo intervento, il sindacalista chiama in causa direttamente il primo cittadino: "Il sindaco è complice del governo e si deve vergognare, perché ha annullato il patto il giorno stesso dello sgombero". Parole che accendono ulteriormente la piazza e alimentano la sensazione, tra i manifestanti, di una frattura ormai aperta tra movimento e istituzioni cittadine.
Sabato nuova manifestazione
La protesta è stata anche l'occasione per annunciare le prossime iniziative: la manifestazione di sabato, con ritrovo alle 14:30 in piazza Santa Giulia. Un nuovo appuntamento che, nelle intenzioni degli organizzatori, vuole trasformare lo sgombero di Askatasuna non in un punto finale, ma in un nuovo inizio della mobilitazione.
Presidio anche a Roma sotto il Viminale
Intanto a Roma è in corso un presidio solidale contro lo sgombero di Askatasuna anche sotto il Viminale.
Incidenti e scontri
Ore 19.25 Momenti di tensione al momento della partenza del corteo: i manifestanti hanno tentato di rientrare nell'edificio e sono stati respinti dal cordone di sicurezza delle forze di polizia, che ha utilizzato anche l'idrante per riportare sotto controllo la situazione.
Fitto lancio di oggetti e bottiglie, con le forze dell'ordine che hanno chiuso la strada, mentre i manifestanti si stanno dividendo in più gruppi, cercando di dispendersi in varie direzioni, con alcuni di loro diretti al Campus Einaudi.
Al lancio di oggetti e al rovesciamento di alcuni cassonetti da parte dei manifestanti, le forze dell'ordine hanno replicato con il lancio di lacrimogeni, oltre a fare ricorso all'idrante.
Tensione altissima, corso Belgio bloccato
Ore 19.50 Il corteo organizzato dai collettivi di Askatasuna risulta al momento bloccato tra corso Regina Margherita e corso Belgio, quasi all’ingresso di via Napione. All’angolo con la via, le forze dell’ordine hanno attivato un idrante che sta sparando getti d’acqua contro i manifestanti.
La tensione resta molto alta, con momenti di forte pressione lungo il fronte del corteo. Il traffico risulta bloccato in corso Belgio e l'aria è quasi irrespirabile, per via dei lacrimogeni.
Mini corteo in Vanchiglia
Ore 20.30. La polizia sta permettendo ora un mini corteo lungo via Vanchiglia, facendo sfilare i manifestanti all'interno del quartiere.
Intanto risultano esserci una decina di poliziotti dei reparti mobili feriti, a causa del lancio di oggetti che vi era stato in precedenza.
Ore 21.05. I manifestanti sono arrivati in piazza Santa Giulia: "Stasera siamo riusciti ad attraversare le linee del quartiere e ci lasciamo con l'invito per sabato, ritrovarci tutti anche da fuori per continuare la lotta", viene detto dai microfoni, prima che le fila del corteo si sciolgano senza ulteriori tensioni.






















