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Cronaca | 18 dicembre 2025, 15:18

Tè e cibo dopo lo sgombero Aska: "Qui c'erano ragazzi meravigliosi con degli ideali"

Lucia dal 1998 vive nel palazzo a fianco del centro sociale da questa mattina sgomberato: "Uno spazio aperto a tutti, ora tutto è naufragato"

Lucia dal 1998 vive nel palazzo a fianco del centro sociale

Lucia dal 1998 vive nel palazzo a fianco del centro sociale

È venuto spontaneo alla signora Lucia allestire un banchetto con del tè e del cibo per le persone in strada, dopo lo sgombero di Askatasuna in corso da questa mattina alle 5.

La casa accanto al centro sociale dal 1998

Vive nel palazzo a fianco del civico 47 di corso Regina dal 1998, quando il centro sociale era già presente da due anni. Si commuove quando le si chiede cosa rappresenta questa giornata, 18 dicembre, che di sicuro segnerà la storia non solo del quartiere, ma di tutta la città.

E che arriva in un momento in cui si provava ad aprire uno spiraglio di dialogo, con il progetto di Aska Bene Comune. Un progetto naufragato dopo le dichiarazioni di questa mattina del sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

"Punto di incontro per le persone"

"Credevo davvero in questo progetto - dice tra le lacrime Lucia - Pensavo che potesse evolvere da semplice spazio occupato a qualcosa di utile per tutti. Era diventato un punto d’incontro dove un gruppo di persone – loro insieme a noi del quartiere – si metteva in gioco per organizzare iniziative rivolte agli anziani, ai bambini, alla comunità. Invece si è deciso di soffocare tutto questo, per un principio che faccio fatica a comprendere". 

"Eppure - sostiene Lucia - tanti li conoscono: sono ragazzi meravigliosi, con ancora degli ideali. E ben vengano, ragazzi così."

Come sarà questo quartiere senza Askatasuna? 

"Era un punto di riferimento. Quando facevano il dopolavoro il venerdì venivano tanti giovani: era un momento di aggregazione, una risorsa vera. Anche dal punto di vista abitativo. Ora non abbiamo un luogo dove trovarci, ma torneremo in strada con le nostre attività". Per lei resta l'amarezza di quanto accaduto.

 

"Negli ultimi giorni - prosegue - quei ragazzi avevano ripulito gli spazi, svuotato le cantine. C’era entusiasmo, voglia di cambiare le cose, di rendere quell’edificio uno spazio davvero aperto a tutti. E invece, tutto questo è stato spezzato" conclude Lucia.

Daniele Caponnetto

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