“Io ho scritto alla Prefettura che quella responsabilità, a 21 euro, non me la prendo”. Il sindaco Luca Salvai ha così aperto le porte al trasferimento imminente delle donne vittima di tratta che sono ospitate a Pinerolo e Villar Perosa. La comunicazione è stata data in Consiglio comunale di mercoledì sera e il trasferimento sembra imminente.
Le donne, con diversi bambini, erano gestite dalla cooperativa La Dua Valadda e in passato c’erano state diverse tensioni tra loro e gli operatori e i volontari che le seguivano. A gennaio era intervenuta anche l’Amministrazione di Pinerolo, che si era messa in contatto con la Prefettura.
Il Prefetto ha poi messo i due Comuni davanti a un’alternativa: o si facevano carico loro della gestione, emettendo un nuovo bando, o le donne e i bambini sarebbero stati accompagnati al campo di Settimo Torinese, o, nelle migliori delle ipotesi, inseriti in nuovi progetti di accoglienza curati dai vincitori dei bandi prefettizi. Nel Torinese, infatti, è in atto una riorganizzazione post emergenza, che vede i migranti spostati anche da un giorno all’altro, se i Comuni non accettano di farsi carico della loro gestione.
Pinerolo come capofila, avrebbe dovuto cercare un nuovo operatore per occuparsi delle donne e dei loro figli, ma dopo giorni estenuanti di confronti, i due sindaci, Luca Salvai e Marco Ventre, hanno deciso di non percorrere questa strada: “Nel nostro caso si tratta di donne che vanno vigilate costantemente, perché, quando scende il buio, vanno a prostituirsi, se non c’è nessuno che le controlla – ha spiegato Salvai –. Come possiamo trovare qualcuno che lo faccia per 21 euro a persona?”.
Pinerolo e Villar hanno però ottenuto che le vittime di tratta vengano ricollocate in nuovi progetti e non finiscano a Settimo Torinese. La questione è emersa durante la discussione della mozione di Sinistra Solidale Pinerolo, Pd e Pinerolo in Comune che chiedeva al sindaco di non applicare il decreto sicurezza, poi convertito in legge, e iscrivere all’anagrafe i migranti ospitati in città.
La proposta è stata respinta a maggioranza, con un’insolita – per Pinerolo –, convergenza tra il Movimento Cinque Stelle (eccetto il consigliere Rami Musleh che non ha partecipato al voto) e la Lega. Le motivazioni della bocciatura della proposta accomunavano le due parti politiche: in sostanza si contestava il fatto che il sindaco dovesse imporre ai dipendenti di violare una legge, emanando una direttiva per iscrivere i migranti all’anagrafe. Salvai ha anche spiegato la sua contrarietà a diverse parti della legge voluta dal ministro Matteo Salvini, ma non su quella contestata dalle sinistre pinerolesi: “Che l’accesso allo Sprar e l’iscrizione all’anagrafe fossero problemi da risolvere era chiaro a tutti. Ora occorre capire se Ministero e Prefettura riusciranno a ridurre i tempi tra l’ingresso in Italia e il riconoscimento o meno dello status di rifugiato: non si possono lasciare delle persone per due anni e più in un limbo”.