Mentre Appendino sigla un protocollo con Tim sul 5G, un consigliere della sua maggioranza solleva dubbi su questa tecnologia e punta il dito contro le istituzioni "silenti" o che "minimizzano sui potenziali rischi" per la salute.
Questa mattina la Città ha sottoscritto un patto che rafforza la collaborazione per lo sviluppo di tecnologie digitali e soluzioni che consentano a Torino di confermarsi come un polo di riferimento nazionale ed europeo per le tecnologie digitali, in particolare in ambito 5G.
Nello specifico, come ha spiegato l'assessore all'Innovazione Paola Pisano, il protocollo punta a sviluppare la "mobilità autonoma" ad esempio sui veicoli "in sharing e van autonomi con pilota in remoto". "Il secondo macro progetto - ha aggiunto Pisano - è sulle Atp Finals, in particolare sul Pala Alpitour". La Chief Technology and Innovation Officer di Tim Elisabetta Romano ha spiegato che l'obiettivo, "entro la fine 2019, è che oltre il 50% della città sia coperta dal 5G".
Mentre veniva illustrato il protocollo, il consigliere comunale del M5S Aldo Curatella ha pubblicato un post in cui solleva dubbi su questa innovazione. Per l'esponente pentastellato, in passato già molto critico sul tema, "prima di discutere di dislocazione di nuove tecnologie, è necessaria un'attenta analisi dei rischi che essa comporta su salute e ambiente". Per Curatella la "politica non può lavarsene le mani, come un moderno Ponzio Pilato, dicendo che gli aspetti della salute sono da richiedersi ai medici ma senza nessuna azione concreta per tutelare le persone". Curatella auspica che i "torinesi non siano cavie involontarie di una tecnologia i cui effetti sulla salute non sono stati ancora valutati seriamente" conclude Curatella.
"Abbiamo coinvolto Arpa - ha replicato la sindaca Chiara Appendino, interrogata sul tema - perché andiamo incontro alla legittima richiesta dei cittadini di avere trasparenza degli effetti sulla salute". "Un'amministrazione deve trovare il giusto equilibrio per lo sviluppo della tecnologia" ha concluso la sindaca.