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Economia e lavoro | 16 agosto 2019, 10:00

Benvenuto Ferragosto, un digital detox in cui dedicarsi all’“Internet delle Persone”

Always on! Questo sembra essere il mantra di chi controlla tutto l’anno in modo compulsivo la connessione Wi-Fi ovunque si trovi. Nemmeno dovesse trapiantare un cuore a distanza grazie al 5G. Fermiamoci qualche giorno e ricominciamo dalle person

Benvenuto Ferragosto, un digital detox in cui dedicarsi all’“Internet delle Persone”

Anche i più lontani dalla tecnologia ed i più avversi all’innovazione, sanno che il mondo è sempre più in rete. E questo non è poi così male, se pensiamo come il digitale aiuti quotidianamente le guardie del Parco nazionale del Serengeti in Kenya a proteggere i 320 km² di natura dai bracconieri oppure gli scienziati a far sentire più sicuri i colleghi nelle sale operatorie delle zone più remote del pianeta grazie alla Realtà Aumentata.

Ma esiste un limite, una zona oltre cui la bramosia di apparire ed essere parte di un contesto più grande di noi ci appesantisce e ci rende solo un dato da chiudere in un sondaggio, da utilizzare per una campagna di marketing mirata oppure un'arma di distrazione di massa. Ed ecco che le multinazionali con solidi budget, gli influencer senza leadership e i politici animati da un cuore che batte al rintocco dell’Intelligenza Artificiale ci pescano facilmente con la rete.

Tutto bene, non si può fermare il vento con le mani, ma allo stesso tempo dobbiamo sviluppare la consapevolezza di far parte di un processo di comunicazione in cui l’essere umano deve fare la differenza. Un percorso di adattamento ad una realtà meravigliosamente interconnessa a tutti i nodi del sapere, ma di cui dobbiamo tenere saldamente in mano le redini.

È il tempo, però, il vero protagonista d questa idea: il tempo che risparmiamo e dedichiamo ai nostri figli grazie ai pagamenti sicuri e veloci via App, il tempo che liberiamo per prenderci cura di anima e corpo, il giro di orologio che passiamo ad aiutare gli altri, silenziosamente, come fanno i veri leader. Sia che lavorino in una fabbrica della periferia industriale italiana, sia che si firmino Amministratore Delegato di un marchio di moda globale questa dinamica è trasversale. Il punto di unione di attività così distanti è la capacità di gestire il tempo; da un lato, ottimizzare la produzione con il pensiero fisso di fatturare di più per assumere il figlio del collega che vive da sempre con la Spada di Damocle della precarietà, dall’altro mettere al servizio dei propri 1.605 dipendenti - e quindi dell’Italia - le risorse e le esperienze accumulate per un futuro di valore per tutti.

In entrambi i casi a “schiena dritta”.

Allora prendiamoci qualche giorno di relax in cui esercitare l’Arte dello Zen e del Digital Detox, in cui ricominciare a costruire un’Internet delle Persone piuttosto che delle Cose, in cui i like si toccano, sono fatti di paroleabbraccibacisorrisilitigi calcistici, una spruzzatina di gossip da ombrellone e tanta anima. Capiremo subito che i nostri veri Big Data sono i 4 o 5 preziosi numeri di telefono salvati sul nostro smartphone (in cloud!) e che la nostra vera influenza consiste nel far cambiare al gestore dei nostri bagni marini il canale TV che trasmette l’amichevole dell’estate, dal Genoa all’Inter. Oggi questo ha più appeal che 10.000 follower certificati dal Global Digital Marketing Foundation più influente al mondo.

Allora brindiamo a Ferragosto, non importa se con un bicchiere di “Brunello” oppure di “Falanghina”. L’importante è che lo si faccia con le persone che si amano e in posti più sexy di paradisi fiscali come Andor(r)a.

Ad Maiora! 

Enrico Molinari

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