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Economia e lavoro | 22 ottobre 2019, 16:04

Conte a Torino, fuori programma con i sindacati sotto il Comune: "Presidente, non ci lasciare a casa" [VIDEO]

Area di crisi complessa: non solo ammortizzatori sociali, i rappresentanti dei lavoratori chiedono interventi anche sui fondi Europei e investimenti dei privati. E al suo arrivo il premier sorprende tutti andando a incontrare i manifestanti

Conte a Torino, fuori programma con i sindacati sotto il Comune: "Presidente, non ci lasciare a casa" [VIDEO]

Lo hanno atteso sfidando la pioggia, che ha dato loro tregua nel primo pomeriggio, scandendo slogan e agitando striscioni e bandiere. L'obiettivo dei sindacati in piazza Palazzo di città era portare all'attenzione del premier Giuseppe Conte i numeri e i temi dell'emergenza lavoro a Torino. Il vero tema centrale, nel giorno in cui si parla di Area di Crisi Complessa negli uffici del Comune, alla presenza della sindaca Chiara Appendino, del governatore Alberto Cirio, ma anche degli esponenti dell'economia locale.

E quando il presidente del Consiglio è arrivato nel cortile del municipio è scattato il fuori programma. Conte ha salutato Appendino e Cirio che lo attendevano ai piedi dello scalone, per poi uscire in piazza, a parlare con i lavoratori. "Non ci lasciare a casa!". "Noi siamo Embraco, domani siamo a Roma". "Lavoro, lavoro", sono alcune delle frasi urlate dalle transenne al capo del Governo. Il premier si è fermato, ha offerto qualche risposta. Poi è finalmente salito a Palazzo Civico per l'incontro.

"Bisogna fermare il declino, soprattutto dell'automobile, ma oggi in piazza ci sono anche altre imprese metalmeccaniche, perché i problemi riguardano tutti. Non sono solo numeri, ma persone in carne e ossa, magari da anni in cassa integrazione", spiega Edi Lazzi, segretario Fim Cigl di Torino e provincia. "Si deve aprire una vertenza Piemonte, ma poi è evidente che servano anche investimenti dei privati, a cominciare da quella che è l'azienda principale in questo settore a Torino".

"Oggi il presidente ha modo di toccare con mano la sofferenza di un territorio che ha pagato e continua a pagare - aggiunge Dario Basso, segretario di Uilm Torino - e può sentire la voglia dei lavoratori di mettersi in gioco per superare un momento così difficile".

"Il primo problema è quello dell'occupazione, legato soprattutto all'automotive, dove ci sono circa 4000 lavoratori alle prese con le vertenze - ribadisce Claudio Chiarle, segretario provinciale di Fim CISL -. Ma poi bisogna fare anche un ragionamento sui fondi sociali europei, in modo che le risorse non vadano solo alla ricerca e sviluppo, ma anche alla produzione manifatturiera vera e propria".

Massimiliano Sciullo e Andrea Parisotto

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