Dopo le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico e il flop emiliano, il M5S Torino riparte dalle periferie per arginare la destra in vista delle Comunali 2021. E’ questa l’analisi politica della capogruppo pentastellata Valentina Sganga, a poche ore dai risultati delle elezioni regionali in Emilia Romagna dove i grillini hanno ottenuto appena il 4% delle preferenze.
“Non siamo più visti -spiega Sganga - come alternativa e motore del cambiamento: dobbiamo tornare ai banchetti e lanciare assemblee tematiche e territoriali per capire i problemi e raccontare, da qui al 2021, cosa abbiamo fatto ma soprattutto ascoltare cosa i torinesi si aspettano da noi”. “Chi ci ha votato – continua la capogruppo - perché bloccassimo le opere inutili, a partire dal Tav, riducessimo gli sprechi e i favori ai grandi gruppi imprenditoriali, riducessimo le diseguaglianze è deluso”.
Riflessioni sul proprio partito, a cui seguono quelle sui dem locali. “Il Pd torinese -commenta la grillina -pensa di potersi intestare già la vittoria nel 2021 grazie al successo di Bonaccini, ma a Torino di Bonaccini all'orizzonte non se ne vedono. La Lega non si batte inseguendola ma offrendo soluzioni alternative. Il negazionismo climatico si combatte con proposte ambientaliste e noi lo stiamo facendo”. Per Sganga “continuare a demonizzare iniziative come Torino Centro Aperto non favorirà il Pd, ma il Carroccio. Se questa è la strada che i democratici torinesi hanno scelto di seguire vadano dove vogliono”
“Gli accordi di palazzo e le trattative tra apparati lasciamoli ad altri. Non si tratta ora di fare alleanze per salvare qualche posto in Consiglio Comunale, ma di continuare a salvare Torino governando e affrontando i problemi e il dissenso” conclude Sganga.