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Economia e lavoro | 30 gennaio 2020, 07:31

Altro che influencer, adesso è boom microinfluencer

Chi non vorrebbe essere un influencer ed essere pagati semplicemente per mostrarsi?

Altro che influencer, adesso è boom microinfluencer

Chi non vorrebbe essere un influencer ed essere pagati semplicemente per mostrarsi? Allo stesso tempo, però, sempre più imprenditori ricorrono a queste figure per ottimizzare le strategie di marketing e diffondere il brand in maniera mirata e funzionale.
Se è vero che al mondo ci sono pochi mega influencer, è anche vero che il web è pieno dei cosiddetti microinfluencer, figure altrettanto gettonate e seguite.
In questo articolo verranno esposte tutte le ragioni per le quali si dovrebbe prendere in considerazione questa strategia di mercato sempre più diffusa.

Influencer: chi è e cosa fa

Gli influencer, come si intuisce dal nome stesso, sono persone in grado di influenzare gli utenti. Star del web sono, infatti, seguite da centinaia di migliaia - e milioni, in alcuni casi - di followers, cioè seguaci. Questi seguaci cercano attivamente quante più notizie su di loro, e pur di somigliare in qualche cosa al loro idolo e sono propensi ad acquistare prodotti che gli influencer sponsorizzano.

È esattamente in questo punto che il marketing si incastra, quando assume gli influencer. Collaborazioni e partnership affinché la cyber star indossi un gioiello o si faccia vedere mentre sorseggia una bibita. Sono, lo dimostrano i dati, più efficaci in termini di vendita di qualunque spot pubblicitario.

Lo spot che passa in TV, infatti, pubblicizza un prodotto, e lo fa mostrando l'utilità di quel prodotto nella vita del consumatore. L'influencer, invece, ci mette, nel vero senso della parola, la faccia, e dona al prodotto quel valore aggiunto che non è altro che se stesso.

Stringere una collaborazione con un influencer, al giorno d'oggi, rappresenta una strategia di sicuro interesse e, soprattutto, in grado di far aumentare significativamente le vendite.
La buona notizia per chi fa impresa è che, accanto alle star pagate milioni, sono online tantissimi microinfluencer che vantano schiere di seguaci in particolari nicchie di mercato. È proprio qui che si suggerisce di inserirsi per sfruttare appieno questa potenzialità commerciale.

Quali sono i canali da utilizzare

I canali da utilizzare, se si decide di stringere una collaborazione con un influencer, sono teoricamente tanti quanti ne vanta il web. Tuttavia, si consiglia di selezionarne alcuni e puntare su quelli, soprattutto se la star in questione ha già un canale molto seguito.

Ecco, quindi, dove si suggerisce di investire:

·       YouTube: il canale mediatico ottimo per chi fa tutorial. Perfetto se si pubblicizza un prodotto che richiede un uso che può essere illustrato. Make-up che gli influencer potrebbero provare su loro stessi, articoli da cucina (settore in vera espansione sul web) con i quali il vip potrebbe cimentarsi per preparare un manicaretto. Tutto quello che può essere mostrato in un video, se l'influencer ha un suo canale molto seguito, può essere la prima strada da percorrere. Per trovare un professionista del genere, occorre rivolgersi a una agenzia di web marketing specializzata in YouTube.

·       Twitter: sinonimo di ispirazione, questo canale viene scelto e utilizzato anche in funzione della brevità dei messaggi che vi si possono postare. Pochi caratteri per esprimere un concetto. Ecco, allora, un canale di marketing che si consiglia di usare in caso di brand che voglia imporsi proprio per il suo concetto. Frasi di ispirazione, pensieri, motti, slogan, come nel caso di marchi di abbigliamento che facciano indossare all'influencer un vestito o un paio di occhiali, accompagnati da una citazione.

·       Instagram: Instagram vuol dire immagine. È il canale perfetto per sognare e immaginare. Si consiglia di puntare a questo ingaggiando, ad esempio, un influencer noto per i suoi tanti viaggi. Quale migliore pubblicità di una foto di un prodotto indossato da una star in giro per il mondo?

·       Facebook: qui vige la regola della community. Molti influencer scelgono questa piattaforma per interagire con i loro followers. Video, post, interviste, notizie: questo canale è perfetto per gli imprenditori che vogliono creare attorno al loro brand una vera e propria comunità che parli del loro prodotto, tutto grazie al testimonial.

Le regole d'oro quando si lavora con un influencer

Una volta individuato l'influencer giusto per il proprio brand, è necessario stabilire con lui alcune regole chiare di netiquette, necessarie per una proficua collaborazione. L'influencer, pur nella sua totale autonomia, viene legato ad uno specifico marchio e, in qualche modo, lo rappresenta.

Sarebbe utile stabilire:

·       il suo comportamento in relazione alla campagna. Se si è imprenditori del settore fitness, ad esempio, l'influencer scelto non dovrebbe mostrarsi in atteggiamenti dannosi per la sua salute;

·       il suo comportamento in relazione ai followers. Vero è che, quando si parla di star milionarie, si dà per scontato che abbiano un team di pubbliche relazioni; altrettanto vero, però, è il fatto che un microinfluencer si colloca in una nicchia di mercato ben preciso. Di forte impatto è se rispondesse in maniera costante ai commenti e alle domande che gli utenti potrebbero fargli in merito al prodotto in oggetto, studiando con lui una lista di risposte standard.

Microinfluencer: chi è e perché si dovrebbe assumere

Se si lavora in una nicchia e si desidera lanciare uno specifico brand, il microinfluencer è colui che fa al caso giusto. La nicchia di mercato, infatti, è una sotto-categoria ben precisa di un prodotto. Se si parla di libri, si intende una fetta di mercato; se si parla di libri di autostima per le donne, si è nel campo della nicchia. Va da sé che ingaggiare un influencer uomo non sarebbe tanto efficace per cominciare una mossa strategica funzionale. Meglio, allora, puntare su una microinfluencer donna.

Se si volesse tracciare un identikit della microinfluencer perfetta per questa nicchia di mercato (ma l'esempio si può estendere a qualunque sia il prodotto da lanciare), dovrebbe essere:

·       una donna che si occupa di temi di autostima o che rappresenta, in qualche modo, un modello per le donne che non si amano;

·       una donna che abbia dei suoi canali social molto seguiti;

·       una donna che è solita già intrattenere delle relazioni virtuali con i suoi seguaci;

·       una donna che sponsorizzerebbe i prodotti proprio perché sono in linea con il concetto che ella stessa già di suo sta portando avanti.

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