E piattaforma sia. Da tempo al primo posto della lista delle priorità del rettore Guido Saracco, parola chiave e quasi formula magica in molti dei suoi interventi sul futuro accademico, il Politecnico dà corpo al primo vero progetto di collaborazione tra l'ateneo e il suo potenziale di ricerca e un interlocutore vicino alle necessità di aziende ed enti pubblici come Environment park.
"Lo sviluppo sostenibile e l'economia circolare sono un tema che ci è molto caro e che trova un legame molto stretto con Envipark - spiega Saracco - dove già abbiamo trasferito alcune nostre infrastrutture. Quasi un distretto già realizzato da solo, spontaneamente, dove l'arrivo della ricerca si aggiunge ai servizi che già venivano forniti e che grazie agli spazi congressuali permetterà di dialogare con manager e addetti, per fornire nuove competenze. Il futuro è già immediato, basti pensare all'automobile e al fatto che entro dieci anni ci sono esperti che sostengono che non si faranno più auto con motore a combustione interna. Questa è l'Università di impatto cui stiamo lavorando con grande convinzione, dopo le tante sollecitazioni che ci sono arrivate, per esempio dal mondo delle imprese e soprattutto da quello delle PMI come ha più volte detto il presidente di Api Torino, Corrado Alberto".
E se quella dell'economia circolare fa da "lepre", sono sei in tutto i luoghi in rampa di lancio, comprese Manifattura 4.0 (a Mirafiori, se tutto finalmente si sbloccherà come promesso dal governo), Energia e acqua, Rivoluzione digitale, Mobilità 3D, Rigenerazione Urbana-territoriale e tutela del territorio.
"L'obiettivo è aumentare la vita utile del prodotto, ma anche limitare gli sprechi e ottimizzare l'uso delle risorse - commenta Patrizia Lombardi, protettrice e coordinatrice del progetto - e sono circa 30 i progetti (per 12 milioni di euro di finanziamenti) che in tempi recenti abbiamo già saputo avviare su questi temi, a dimostrazione delle competenze già a disposizione". "A Envipark i nostri studenti potranno trovare tutti gli elementi utili per elaborare e rispondere alle nuove sfide", conclude.
"Vent'anni fa aprivo la mia prima start up e ho dovuto cambiare tre notai perché nessuno voleva mettere Sviluppo sostenibile come ragione sociale, figuriamoci avessero sentito parlare di economia circolare - commenta Davide Canavesio, ad di Envipark - e rappresenta un traguardo importante per il nostro Parco scientifico e tecnologico, nel cuore della città. Sei anni fa qualcuno lo voleva chiudere, oggi diventa un asset fondamentale. E oggi non sono più soltanto le aziende più innovatrici a doversi confrontare con il Politecnico o la ricerca, ma tutte le realtà. I lavoratori dovranno essere più aperti e accessibili possibile e ci stiamo attrezzando per questo: dobbiamo portare sempre più pezzi del nostro territorio a essere competitivi a livello internazionale".