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Economia e lavoro | 10 luglio 2025, 11:52

Cereali Kellogg ultima voglia Ferrero: così le acquisizioni hanno portato il fatturato del gruppo da 8 a 18 miliardi in dieci anni

Inaugurata nel 2014 con le nocciole Oltan, la strategia di crescita passa ora per l’operazione prossima alla chiusura negli Usa. Con un impegno da 3 miliardi di euro sarà la più importante mai messa in piedi da Alba

Nell'ottobre 2023 la quotazione di Wk Kellogg al New York Stock Exchange

Nell'ottobre 2023 la quotazione di Wk Kellogg al New York Stock Exchange

Un’operazione della quale si parla da mesi (qui il nostro articolo dello scorso febbraio), ma che secondo fonti autorevoli sarebbe ora prossima alla chiusura.

Parliamo dell’ennesima acquisizione operata dal Gruppo Ferrero di Alba, da un decennio attore di una strategia di crescita basata su linee esterne, capace di accrescere le sue dimensioni a quelle di una realtà oggi forte di oltre 47mila collaboratori nel mondo (per una presenza commerciale in 170 Paesi) e di portarne il fatturato verso e oltre quota 20 miliardi di euro (18,4 quelli dichiarati dal gruppo al 31 agosto scorso, senza contare quelle fuori perimetro di Cth Invest Sa), oltre due volte e mezzo gli 8,4 miliardi di vendite dichiarate dieci anni prima, nell’esercizio 2013/2014.

Una strategia inaugurata nel 2014 con l’acquisto di Oltan, azienda turca leader nella lavorazione e commercio delle nocciole, e passata poi per l’allargamento della sua gamma di marchi e di prodotti. Un rafforzamento avvenuto a partire dal settore del cioccolato e della pralineria, con le operazioni che hanno portato sotto il controllo di Alba l’inglese Thorntons nel 2015 (per 112 milioni di sterline), la statunitense Fannie May nel 2017 (115 milioni di dollari) e le attività Usa di Nestlè nel 2018, con l’acquisizione di brand come Crunch, Butterfinger e BabyRuth per 2,8 miliardi di dollari.

Intanto lo sbarco nel settore dei biscotti con l’azienda belga Delacre nel 2017, la danese Kelsen nel 2019 (per 300 milioni di dollari) e nello stesso anno coi biscotti e snack dolci di Kellogg’s per 1,3 miliardi di dollari, con altri noti marchi come Keebler, Mother's, Famous Amos, Murray, Little Brownie Bakers. E ancora nel 2022 rilevando le inglesi Burton’s Biscuit Company e Fox’s Biscuits, quest’ultima per 149 milioni di sterline.

Un altro sbarco è quello che ha visto l’industria della Nutella affacciarsi al mondo dei gelati, qui grazie all’ingresso con una quota di maggioranza nell’azionariato della spagnola Ice Cream Factory Comaker (Icfc), per un controvalore indicativo di oltre 100 milioni di euro, e con l’acquisizione nel dicembre 2022 dell’americana Wells Enterprises.

Infine le barrette naturali e quelle energetiche, con l’inglese Eat Natural nel 2020 e le irlandesi Fulfil nel marzo 2024.

Se l’ultimo ingresso nel paniere delle aziende prese di mira dalla multinazionale langarola è la francese Carambar (leggi qui), il boccone grosso dell’anno nel quale si ricorda il centenario della nascita del fondatore Michele Ferrero, riguarda un’operazione che secondo "fonti vicine al dossier" – così le qualifica l’autorevole "Wall Street Journal" – sarebbe ora prossima alla chiusura.

Oggetto del desiderio della realtà guidata dal presidente Giovanni Ferrero sarebbe un rilevante pezzo di quanto rimasto dallo spezzatino che nel 2023 ha interessato il colosso Usa Kellogg’s, con la separazione in due rami, la vendita a Mars di quello denominato Kellanova per quasi 32 miliardi di dollari e ora la possibile cessione di Wk Kellogg, azienda specializzata in cereali per la prima colazione, all’azienda di Alba per un controvalore stimato in circa 3 miliardi di dollari, al cambio odierno 2,557 miliardi di euro, rappresentando in termini economici la più grande acquisizione effettuata sinora dal gruppo albese.

[Aprile 2025: Giovanni Ferrero riceve il Premio Leonardo dalle mani della premier Giorgia Meloni]

Ezio Massucco

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