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Economia e lavoro | 03 febbraio 2020, 06:49

Diastasi addominale: come riprendere ad allenarsi in poco tempo?

Una fragilità dei collageni, una gravidanza ma anche un’attività fisica intensa possono portare allo sviluppo di una diastasi addominale

Diastasi addominale: come riprendere ad allenarsi in poco tempo?

Una fragilità dei collageni, una gravidanza ma anche un’attività fisica intensa possono portare allo sviluppo di una diastasi addominale. Per risolvere questo problema sia estetico che strutturale è possibile avvalersi dell'ultima frontiera della chirurgia mini-invasiva: che non comporta grandi cicatrici o lunghe degenze, la chirurgia robotica. Scopriamo di cosa si tratta.

Per mantenere il corpo in salute e per avere una silhouette invidiabile è necessario praticare sport. Tuttavia, quando si è affetti da diastasi addominale ogni sforzo risulta vano a causa dell'allontanamento progressivo ed irreversibile dei muscoli retti.

La diastasi addominale può verificarsi negli atleti professionisti, che mettono costantemente sotto sforzo gli addominali, per migliorare le proprie prestazioni. Tuttavia, questo disturbo si manifesta anche a causa di repentini aumenti e perdite di volume adiposo viscerale, ma soprattutto a seguito della gravidanza (il caso più frequente).

Nel caso di diastasi post-parto talvolta le mamme imputano erroneamente il persistere del gonfiore a livello del ventre solo alla forma fisica perduta non riconoscendo la patologia subito.

Molte, quindi, intensificano gli allenamenti in palestra, peggiorando la situazione. Del resto, la diastasi non è un disturbo che colpisce direttamente i muscoli, bensì i tendini addominali che li avvolgono, che si sfiancano irrimediabilmente. Ad essere colpito dalla patologia è il tendine della linea mediana dell’addome denominato linea alba. Il sintomo più evidente di questa patologia è il gonfiore (molte pazienti si vedono ancora incinta), ma è possibile avvertire anche mal di schiena, difficoltà digestive, postura scorretta ed aumentata frequenza urinaria.

Come riconoscere i sintomi della diastasi addominale

Riconoscere i sintomi della diastasi addominale può talvolta non esser semplice, anche perché non tutti sono strettamente legati all'addome. Ciò porta spesso i pazienti a trascurare la malattia, che tende a degenerare in maniera progressiva.

Di solito i soggetti normopeso che soffrono di diastasi addominale, eseguendo una contrazione degli addominali da sdraiati presentano una deformazione allungata ed ovale nella zona compresa tra l'ombelico e la parte inferiore dello sterno, tale deformazione scompare non appena assunta la posizione di riposo e posizionando la mano nell'area interessata si avverte un certo indebolimento dei tessuti.

La soluzione più moderna per la diastasi addominale è la chirurgia robotica

Per risolvere il problema della diastasi addominale il metodo mini-invasivo di nuova generazione rappresentato dalla chirurgia robotica, poiché porta a risultati estetici e funzionali eccellenti.

Infatti è possibile tornare ad allenarsi ed a svolgere le normali attività quotidiane in tempi estremamente brevi ed i sintomi funzionali della diastasi scompaiono.

A ciò si aggiunge il recupero della silhouette ideale von una valorizzazione del punto vita nelle donna evidenziando i muscoli obliqui ed eliminando la lassità post-parto, e nell’uomo consolidando il six-pack e mettendo in risalto la V-Shape.

La tecnica di ricostruzione robotica di parete addominale per la cura della diastasi più eseguita al giorno d'oggi è stata sviluppata dal dottor Antonio Darecchio, direttore dell’Abdominal Wall Robotic Unit presso la Clinica Columbus di Milano, Con la maggiore esperienza e la più ampia casistica operatoria nel settore egli di fatto, ha dettato un nuovo standard nel trattamento di questa patologia, assicurando risultati estetici e funzionali fino a poco tempo fa inimmaginabili.

Il funzionamento del Robot Da Vinci

Da Vinci è una piattaforma robotica rivoluzionaria, che consente al chirurgo di operare con maggiore precisione, effettuando dei piccoli accessi che non necessitano di punti di sutura. In questo modo è possibile evitare la comparsa di vistose cicatrici, che sono spesso fonte di imbarazzo e di vergogna. Questo strumento, al contrario di quello che si potrebbe pensare di primo acchito, non agisce in autonomia, ma è un fine riproduttore, in un campo estremamente piccolo, dei movimenti che vengono eseguiti dal chirurgo, con cui agisce all’unisono ed in vicinanza (la consolle dello specialista si trova a pochi metri dal paziente).

La chirurgia robotica, per essere praticata al meglio, richiede una formazione ed un'esperienza specifiche in questo settore. Ciò vuol dire che la maggior parte dei chirurghi, specialmente quelli della "vecchia guardia", non sono in grado di avvalersene.

Tuttavia, come è possibile vedere sul profilo Instagram del dottor Darecchio (darecchio_chirurgo), il risultato che si può ottenere è eccezionale, la cute a livello superficiale ringiovanisce e ritorna solidale ai tessuti profondi, che vengono riportati perfettamente in sede, grazie all'intervento. Anche l'ombelico riprende la sua forma piccola e retratta, senza bisogno di incisioni.

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