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Immortali | 09 febbraio 2020, 08:48

Operazione simpatia conclusa.Quando si tocca il fondo, si sa, non resta che risalire

Ma se siete tifosi del Torino Football Club, potete prendere una pala ed iniziare a scavare alla ricerca di qualcosa di più basso del fondo stesso. E state certi che lo troverete.

Operazione simpatia conclusa.Quando si tocca il fondo, si sa, non resta che risalire

Quando si tocca il fondo, si sa, non resta che risalire.

Ma se siete tifosi del Torino Football Club, potete prendere una pala ed iniziare a scavare alla ricerca di qualcosa di più basso del fondo stesso. E state certi che lo troverete.

Pochi giorni fa, scrivevo che ero felice a metà per l'arrivo di Longo sulla panchina granata, perché non ero soddisfatto delle modalità con cui era arrivato, ovvero a metà stagione e soprattutto dopo la chiusura di un mercato invernale improntato al dimagramento della rosa che rasentava l’anoressia di certe modelle di qualche anno fa. Oggi, le modelle, hanno capito che l’anoressia è una malattia grave, che va combattuta con tutte le forze. Cairo invece, la eleva a modus operandi, adottandola come normale regime alimentare per le sue aziende. Tagli draconiani ad ogni forma di spesa che sia anche solo lontanamente in odor di spreco, in omaggio devoto al Dio pagano del pareggio di bilancio, cui tutto è lecito sacrificare. Beh, non entro nel merito di tutte le altre sue aziende, che non ho la competenza ne l'interesse per farlo. Posso tutt'al più dolermi e solidarizzare coi poveri dipendenti di queste, ma non vado al di là di così. Non sono tifoso di un quotidiano o di una emittente televisiva. Lo sono invece del Toro (buonanima), oggi diafanamente reincarnato nel Torino Football Club, dopo che il fallimento di cimminelliana memoria l'ha consegnato nelle mani di Cairo.

Dopo un inizio di stagione disastroso, il cambio allenatore si imponeva, perché si sa, nel calcio non si può cambiare una intera rosa a metà campionato e non si è mai visto un presidente che si esoneri da solo Il cerino rimane dunque in mano al povero allenatore. Nel caso dei granata, nemmeno tanto povero, visto che ce ne ha messo tanto del suo per arrivare alla risoluzione contrattuale, invocata a piena voce da tutto l'ambiente, dai tifosi ai media, e con i giocatori che non pare si siano strappati i capelli dalla disperazione per l'allontanamento del timoniere ormai inviso ai marinai.

Peccato, però, che il cambio al timone sia giunto con colpevole e sospetto ritardo, rispetto a quanto sarebbe stato sensato fare, ovvero prima del mercato invernale, quando il nuovo mister avrebbe potuto avanzare richieste di acquisti e migliorie, che avrebbero pesato sulle finanze societarie. Non sia mai!

E così, per dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, si è scelto Moreno Longo, che al di là delle indubbie qualità professionali, aveva la plusvalenza, parola magica in casa Cairo, di essere un ragazzo del Filadelfia, amato dalla gente del Toro, sia per le sue indubbie doti umane e granata, che per le sue qualità di allenatore, dimostrate con un campionato primavera vinto dopo un’attesa di 23 anni ed una Supercoppa, il tutto incastonato in quattro final four consecutive. Capito di aver toccato una corda intonata, il presidente raddoppiava subito, con l'ingaggio di Antonino Asta, altro cuore granata amato dal popolo, col ruolo di collaboratore tecnico. Visibilio tra le fila dei sostenitori granata, per questa improvvisa ed inattesa svolta populistica.

Qualcuno è arrivato addirittura a definirla “operazione simpatia”, dimenticando che le cosiddette operazioni simpatia, di solito le fanno i negozianti disonesti, che cambiano l'involucro al prodotto, lo abbelliscono con due lustrini e lo rivendono per buono a “nove euro e novantanove”, giusto per infinocchiare il cliente credulone.

Personalmente non mi dà fastidio che si sia cercato di infinocchiare il popolo granata, perché se tra di noi ci sono alcuni con le fette di salame sugli occhi, felici di farselo mettere in quel posto, purché si usi un po' di vaselina e altrettanto savoir faire, ce ne sono molti di più che ormai a certe favole belle non credono più, e sono la maggioranza.

Mi offende invece profondamente che si siano messi in mezzo due persone ammodo e di vero cuore granata, lo affermo io, non Mazzarri, come Longo ed Asta, per cercare di mettere un velo allo sfacelo, una pezza al disastro.

Moreno non può far miracoli, meno che meno cavar sangue dalle rape.

Credo fermamente che ci possa condurre alla salvezza e altrettanto fermamente credo che, per aver avuto il coraggio di mettersi in gioco ed accettare la sfida a campionato traballante in corso, meriti di avere la possibilità di coronare degnamente il suo sogno di professionista e di granata: allenare il Toro, costruito a sua immagine e somiglianza, da inizio stagione, non ereditare a metà strada un torello smunto ed impaurito, costruito da altri e da altri condotto verso un inglorioso naufragio.

Domenico Beccaria

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