Dopo i disperati e vitalissimi Ragazzi di vita di Pasolini, Massimo Popolizio porta questa sera al Teatro Carignano, ore 19.30, la sua ultima sfida registica: Un nemico del popolo di Henrik Ibsen (scritto nel 1882), Premio Ubu 2019 come migliore spettacolo dell’anno: un testo classico dai tratti di assoluta attualità, che ancora parla ai nostri nostri con estrema potenza comunicativa.
Il dottor Thomas Stockman (Popolizio) scopre che le acque della stazione termale della sua città sono contaminate. Intende quindi avvisare la popolazione che, per rimediare al danno, saranno necessari costosi interventi di manutenzione e la chiusura temporanea dello stabilimento termale. Suo fratello Peter (Maria Paiato in panni maschili, Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2019 e Ubu 2019 come migliore attrice), sindaco della città, vuole invece mettere a tacere queste voci. Il dottore prosegue nella sua opera di comunicazione, convinto che la cittadinanza alla fine gliene sarà grata, ma scopre man mano che, al contrario, tutti lo osteggiano. Perde il lavoro, la sua casa viene assediata, la famiglia offesa: da molti è additato, appunto, come un "nemico del popolo". Nonostante tutto, Stockmann, invece di fuggire, sceglierà di restare e combattere per la verità, indipendentemente dal prezzo, dichiarando che "l'uomo più forte del mondo è anche quello più solo".
Uno scontro tra due punti di vista: le ragioni della scienza e quelle del capitale. Dalla piccola borghesia ai grandi azionisti, dalla classe politica alla stampa, tutta la società infatti prima elogia e poi dichiara inammissibile la scoperta del dottore, le cui conseguenze economiche per la piccola comunità sarebbero disastrose.
Popolizio si spinge così a indagare i grandi temi e le contraddizioni della nostra società: dalla corruzione alla responsabilità etica per l’ambiente, dal ruolo dei media nella creazione di opinioni e consenso ai rapporti tra massa e potere. E molto ha ancora oggi da dire il testo di Ibsen proprio sui meccanismi e i volti del potere.
«Le regole della vita di una democrazia, con i suoi paradossi, mi sembrano di grande interesse per questi tempi - spiega il regista -. Quando questa esigenza incontra un testo del passato, forte e attuale, la sfida della messa in scena diventa attiva, alla ricerca di un’efficacia nel raccontare, e ricettiva, per ascoltare e apprendere ciò che un’opera così densa ancora oggi ci svela sul potere, la corruzione, il bene comune e l’interesse personale»
«Ho scelto di condividere questo progetto con attori con cui ho già lavorato in passato – continua – e che hanno in comune con me un certo tipo di impostazione: quello di essere interpreti di personaggi in una storia. Un nemico del popolo è un testo che, rispetto ad altri della produzione di Ibsen, non possiede personaggi dalla psicologia articolata. Sono piuttosto dei caratteri e come tali vanno trattati. Senza fare degli azzardi drammaturgici, ci troviamo davanti ad un testo che scivola quasi nell’espressionismo. Con i miei compagni di scena cercherò di mettere in luce proprio questo, la natura di un dramma che presenta molti punti di vista, molte verità diverse. Ognuno dei quali espresso in modo molto chiaro e netto dai personaggi della storia».
Lo spettacolo sarà replicato fino a domenica 1° marzo nel cartellone del Teatro Stabile.