La stagione del Teatro Stabile di Torino, dopo la sospensione dovuta all'emergenza Coronavirus, riparte questa sera con due grandi titoli.
Il Teatro Carignano, fino al 15 marzo, sarà dimora dei celebri e sanguinari intrighi alla corte di Scozia cantati magistralmente da Shakespeare. Serena Sinigaglia dirige un nuovo, modernissimo allestimento del Macbeth con Fausto Russo Alesi e Arianna Scommegna, per la traduzione e l’adattamento di Letizia Russo.
Goffi, fragili, insicuri, maldestri, i protagonisti di questo grandioso dramma dell’ambizione appaiono poco avvezzi a compiere il male. Desiderano possedere lo scettro del comando, senza però essere in grado di sostenere le conseguenze delle loro scellerate aspirazioni. "Macbeth e la sua Lady non sono mostri – spiega la regista –: sono due esseri che vogliono raggiungere il potere, ma non ne sono capaci, e, nella loro disperata corsa, sono travolti da gente più abile di loro".
Tra i due sovrani, continua Sinigaglia, "scorre un amore profondo, devoto e pieno di desiderio. L’uno si appoggia all’altra, si sostengono e si proteggono a vicenda, fino all’ultimo. Provo una grande forma di pietà per questo loro sentimento, così misero e nobile al tempo stesso. Misero perché sprofondano assieme in un luogo da cui non si può tornare, nobile perché in tutto questo orrore si amano davvero".
"Anche qui Shakespeare mi stupisce: l’unione tra i due riesce ad essere straziante, come straziante è la pazzia della regina. Anche qui la complessità dell’umano emerge e con essa l’umanità di questi due straordinari personaggi. Il loro amore li avvicina a noi, li fa sentire meno mostruosi o, ancor meglio, di una mostruosità di cui potremmo non essere immuni".
"Macbeth e Lady Macbeth - conclude - sono semplicemente due esseri umani, perché in essi sopravvive ancora un barlume di coscienza, una luce che l’umanità tanto spesso ha smarrito nel corso della sua storia".
Il Teatro Gobetti, invece, ospita Questioni di cuore, con Lella Costa, fino a domenica 8 marzo: una lettura de Le lettere del cuore di Natalia Aspesi, da un’idea di Aldo Balzanelli, con le musiche di Ornella Vanoni. La celebre rubrica di Natalia Aspesi sul “Venerdì” de La Repubblica diventa così uno spettacolo teatrale: storie di passione e sentimento che raccontano il coté più intimo e segreto degli italiani. Dalla ragazzina invaghita di un uomo più vecchio alla donna che ama essere picchiata, dalla signora che s’innamora di un sacerdote alla moglie tradita e abbandonata, dal giovane che si scopre gay al macho orgoglioso della sua mascolinità, un campionario di “casi” tra sentimento e ragione. Un botta e risposta serrato e sentimentale, affidato a un'autentica icona del teatro al femminile.