"I privati cittadini riescono dove l’Unità di crisi non arriva. Disorganizzazione inaccettabile. Non si può affidare la tutela degli operatori solo a opere benefiche". E' il messaggio di Anaao Assomed Piemonte, la sigla che rappresenta l'associazione medici dirigenti, alla luce della situazione di fronte all'emergenza Coronavirus.
"L’unità di crisi non funziona - aggiungono -. Nonostante il cambio al vertice, la
sostanza è sempre la stessa. Le maschere scarseggiano. Scarseggiano significa che i rianimatori intubano senza FFp3 , che i medici dei reparti COVID tengono le stesse
maschere FFp2 per 48-72 ore , che le maschere chirurgiche fino ad oggi mancano negli ambulatori del territorio. Scarseggiano significa che gli operatori contraggono l’infezione e si ammalano. Mancano i caschi Cpap, mancano i ventilatori. E di queste carenze abbiamo testimonianze scritte, comprovate e agli atti. Ci risulta però che un privato del Vercellese abbia acquistato numerose mascherine e alcuni caschi per Cpap, che sta distribuendo ai sanitari. E come lui altri generosi donatori.
Come possono i comuni cittadini arrivare laddove non riesce la Regione?".
"I quantitativi che i privati possono importare sono limitati, la dogana li blocca se eccessivi, proprio per favorire le richieste ufficiali delle ASL. Ma queste richieste non arrivano. Cosa sta facendo l’Unità di crisi? I vertici dell’ assessorato ci hanno detto di aver fatto l’ impossibile per procurare i DPI, ma non è così. I funzionari regionali o gli incaricati dell’ approvvigionamento di materiali evidentemente non sono in grado di gestire i rifornimenti".
"Le mascherine sul mercato si trovano, l’unità di crisi deve individuare un canale di importazione, deve organizzarsi, coordinarsi con le Asl e comprarle. Avrebbe dovuto farlo da due settimane. Ogni giorno muoiono pazienti e si infettano operatori . Bisogna agire subito: cosa si aspetta ad acquistare i DPI, i ventilatori e le CPap? Se riescono i privati ancor di più dovrebbe riuscirci la Regione. E’ indispensabile che chi lavorava agli uffici acquisti sia operativo 7/7 , che agisca con urgenza, non come se dovesse acquistare i toner per le fotocopiatrici. Ci sono troppi vincoli burocratici per i rifornimenti, troppe regole di acquisto, assenza di lista fornitori condivisa. Si deve immediatamente derogare al pagamento a 180 giorni della Regione. Che salti tutta la burocrazia, subito. La distribuzione delle scorte acquistate dalla Protezione Civile nazionale deve essere più agile, non perdersi in lungaggini".