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Attualità | 12 febbraio 2017, 17:00

Resta in standby la situazione di degrado delle aree verdi di Corso Sebastopoli e Corso Siracusa

Vice-presidente della Circoscrizione 2:"dobbiamo aspettare la risposta dell'ufficio competente"

Resta in standby la situazione di degrado delle aree verdi di Corso Sebastopoli e Corso Siracusa

 

Resta in standby la situazione delle aree verdi di Corso Sebastopoli 280 e Corso Siracusa 61/63 in zona Santa Rita. Le due aree versano in pessime condizioni, come lamentano ormai da tempo i residenti. Topi morti, l’area giochi per bambini completamente inutilizzabile e l’impianto elettrico non funzionante, perché manomesso: queste sono solo alcune delle criticità delle aree verdi in questione.

Una lunga (e travagliata) genealogia quella di queste due zone, che è stata ripercorsa dalla consigliera Cinque Stelle, Rita Fabiola Grimaudo, durante il consiglio della Circoscrizione 2 di giovedì: le aree –tramite una convenzione stipulata nel 1994 – sono date in uso pubblico al Comune di Torino, restando di proprietà privata e con la manutenzione a carico del condominio di Corso Siracusa 61/63 e Corso Sebastopoli 280. Ai condomini è anche affidata la apertura e chiusura del giardino.

Nel corso degli anni, le aree verdi e la zona giochi sono andate incontro ad una sempre maggiore condizione di degrado, tanto che nel 2010 ( e di nuovo a giugno del 2016) sono state transennate dai Vigili per vietarne l’accesso.

Una situazione che non è andata migliorando, nonostante i continui richiami dei consiglieri di circoscrizione e le lamentele dei cittadini stessi: a gennaio 2017, lo stato di degrado è sempre lo stesso – tanto che il vice-presidente di commissione, Alessandro Nucera, ha commentato: “è inammissibile che un’area verde versi in quelle condizioni.”

Cosa ne sarà dunque dell’area?

“La circoscrizione 2,” fa sapere Nucera, “ha chiesto un incontro all’ufficio competente per capire come muoversi. Il problema è che la convenzione non è stipulata dalla circoscrizione ma da un settore centrale e quindi non possiamo agire in modo diretto.”

 

Giulia Maccagli

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