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Calcio | 07 aprile 2017, 10:30

Juve, vedi Napoli e poi... Roma (sognando Cardiff)

I bianconeri escono dal doppio confronto del "San Paolo" con un vantaggio di sei punti sulla seconda in classifica e con il pass per la finale di Coppa Italia. Ora c'è il Barcellona, ma attenzione alle "piccole"...

Juve, vedi Napoli e poi... Roma (sognando Cardiff)

Finalmente è passata 'a nuttata, anzi, la duplice nuttata, quella che ha messo di fronte per due volte nel giro di 72 ore il Napoli di Maurizio Sarri e la Juventus di Massimiliano Allegri, prima in campionato e poi nella gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia. Un doppio confronto andato in scena di fronte a un "San Paolo" gremito in ogni ordine di posto e pronto a ricoprire di fischi assordanti colui che quest'estate è divenuto il traditore per antonomasia: Gonzalo Higuaín, alias "Mister 90 milioni".

Alla vigilia della lunga trasferta in landa campana, tutti gli attori del mondo Juve, dai giocatori ai dirigenti, sino ad arrivare ai tifosi, erano consapevoli che la "Vecchia Signora" avrebbe trovato pane per i suoi denti; una sensazione suggerita dall'ottimo percorso stagionale compiuto da Lorenzo Insigne e compagni, che hanno messo in mostra un calcio a tratti spettacolare, imperniato su tocchi di prima e inserimenti alle spalle degli avversari.

A una prima, sommaria, lettura, il bilancio dei 180 minuti sembrerebbe premiare i partenopei, che dopo il pareggio nel posticipo di Serie A (1-1, reti di Khedira e Hamšík), hanno piegato le resistenze della compagine sabauda in Coppa Italia, vincendo con il punteggio di 3-2.

Un'analisi più profonda e dettagliata, tuttavia, esorta "Madama" a guardare il bicchiere mezzo pieno: sì, perché il segno "X" maturato domenica sul manto erboso dell'impianto di Fuorigrotta consente alla Juventus di mantenere 6 punti di vantaggio sulla Roma a 8 giornate dal termine del torneo e il ko di mercoledì è assolutamente indolore, dal momento che il 3-1 dell'andata ha regalato a Buffon e soci l'accesso all'atto conclusivo della competizione, che si disputerà venerdì 2 giugno allo stadio Olimpico di Roma, a meno che i piemontesi non raggiungano la finale di Champions League.

Ah, la Champions League. Quella dolce, sfuggente ossessione "dalle Grandi Orecchie", che alberga imperterrita da anni in cima alla lista dei desiderata mentalmente stilata dal popolo zebrato. Un sogno che si ripaleserà martedì 11 e mercoledì 19 aprile, quando i torinesi saranno chiamati alla grande, grandissima impresa, quasi una missione impossibile: eliminare il Barcellona ed entrare nel G4 pallonaro del Vecchio Continente.

I blaugrana di Luis Enrique, offensivamente implacabili, hanno ostentato alcune lacune in fase di non possesso, con particolare riferimento al centrocampo, che va in sofferenza quando manca Sergio Busquets, squalificato per il rendez-vous dello Stadium. Anche a livello difensivo, inoltre, i catalani hanno finora concesso più del previsto, commettendo errori nelle marcature su situazioni da palla inattiva.

Su questi aspetti Allegri dovrà concentrare le sue sessioni di allenamento e il 4-2-3-1, modulo che la sua Juve utilizza costantemente da gennaio, pare fornire le adeguate garanzie per creare più di un grattacapo alla retroguardia iberica: se si esclude l'assenza di Marko Pjaca, destinato suo malgrado a divenire il nuovo lungodegente dell'infermeria di Vinovo, l'attacco potrà contare sulle sue quattro bocche da fuoco, che rispondono ai nomi di Juan Guillermo Cuadrado, Paulo Dybala, Mario Mandžukić e Gonzalo Higuaín.

In particolare, la "Joya" ha smaltito l'infortunio muscolare che l'aveva messo ko dopo soli 27 minuti a Genova e sta ritrovando gradualmente la forma migliore, mentre il croato, tenuto precauzionalmente a riposo in Coppa Italia per un'infiammazione al ginocchio sinistro, dovrebbe tornare a disposizione nel giro di pochissimi giorni.

Il Chievo, già: si fa talmente un gran parlare di Champions League che talvolta si fa fatica a ricordare che i bianconeri non hanno ancora agguantato aritmeticamente il loro sesto scudetto consecutivo. Un aspetto da non sottovalutare, in quanto eventuali cali di concentrazione contro le cosiddette "piccole" (oltre al Chievo, nei prossimi due turni di campionato la Juventus affronterà Pescara e Genoa, ndr) potrebbero riaprire clamorosamente la corsa verso il titolo, rimettendo in gioco Roma e Napoli.

Uno scenario apocalittico che Allegri vuole evitare a tutti i costi e, per farlo, è pronto a utilizzare un turnover calmierato, che gli consenta di schierare il miglior undici titolare possibile in qualsiasi situazione. Ci sarà davvero bisogno di tutti in questo rush finale di stagione per puntare a un "Triplete" da leggenda e, anche se la strada è ancora lunga e tutta in salita, c'è l'auspicio che conduca a Cardiff, passando da Roma...

Alessandro Nidi

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