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Sport | 04 maggio 2025, 14:02

Il 4 Maggio senza Cairo: Il patron granata assente alla cerimonia degli Invincibili

Sciarpe e magliette hanno comunque colorato di granata il Monumentale, ora si attende Superga

Dopo giorni di sole e una mattinata segnata dalle contestazioni, il cielo del 4 maggio si è coperto di nuvole, lasciando filtrare solo qualche raggio di luce. Una scena tutt’altro che rara per i tifosi granata, soprattutto per chi conserva ancora vivido il ricordo di quanta pioggia scese quel giorno di 76 anni fa, quando la leggenda del Grande Torino cessò di essere cronaca per diventare mito.

Al Monumentale ma senza Cairo

Con ogni probabilità, a causa del clima teso generato dalla manifestazione di questa mattina - un corteo di appassionati granata scesi in strada contro la banalità e la gestione della società negli ultimi anni - il presidente Urbano Cairo ha deciso di non prendere parte alla Giornata degli Invincibili. Il patron del Toro ha infatti anticipato la commemorazione ufficiale, svoltasi presso il Cimitero Monumentale di Torino, salendo a Superga questa mattina. Cairo è andato molto presto col figlio Federico, portando una corona di fiori.

Eppure, sciarpe e maglie granata hanno ribadito con forza quanto quel tragico evento abbia lasciato un’impronta profonda nel cuore dei torinesi e nel mondo del calcio. Al Monumentale si è infatti radunata una piccola folla composta da tifosi, familiari delle vittime e autorità, tutti uniti nel rendere omaggio a vere e proprie icone sportive.

Le celebrazioni, dunque, si sono aperte senza la presenza del presidente Cairo, dando vita a una cerimonia intensa e partecipata. Numerose rappresentanze istituzionali hanno preso parte all’evento per onorare una delle squadre più leggendarie della storia del calcio e della città di Torino, insieme ad alcuni familiari delle vittime della tragedia di Superga.

"Ricordo sempre vivo"

Nel corso della commemorazione, la presidente del Consiglio comunale di Torino, Maria Grazia Grippo, ha sottolineato la volontà dell’amministrazione di mantenere vivo il ricordo di questa ricorrenza. L’assessore allo Sport della Città, Mimmo Carretta, ha poi omaggiato così il Grande Torino: "Arriva questo giorno, il giorno di Torino, del ricordo e del dolore dove un'intera comunità si riunisce attorno a immagini e suggestioni: questo è il 4 maggio, quando le emozioni diventano un valore collettivo. Ogni anno il ricordo diventa più forte e ci accompagnerà per sempre".

Ha preso infine la parola Susanna Egri, figlia del direttore tecnico del Grande Torino, Egri Erbstein. Quasi centenaria, ha ricordato con commozione alcuni aneddoti legati al padre e, con franchezza, ha espresso anche la sua opinione sulle proteste: "Questa giornata non ha nulla a che fare con i dissapori attuali rispetto a squadre e società, sono due cose totalmente diverse, perché il Grande Torino riguarda tutti, non solo la tifoseria".

"A tal proposito - ha continuato Egri -, mio padre tutte le domeniche, oltre a dare le direttive tecniche, era solito fornire ai giocatori delle raccomandazioni generali. Una volta, riordinando certi scritti, trovai un promemoria che riportava scritto: 'ricordarsi di dire a Ballarin di sorridere'."

La benedizione del don

A concludere la cerimonia è stato don Riccardo Robella, guida spirituale dei granata, che prima della benedizione delle tombe ha pronunciato parole toccanti: "Con il passare degli anni si pensa che la memoria si vada perdendo, ma ogni anno siamo sempre di più. In questo luogo i nostri cari stanno riposando, e chi riposa è chiamato a svegliarsi: guardare Superga significa infatti far fiorire la speranza guardando al futuro, oltre la gloria e lo sport".

Marco D’Agostino

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