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Politica | 30 maggio 2017, 16:22

L'intervento del difensore civico al consiglio regionale del Piemonte

L’avvocato Augusto Fierro ha svolto la relazione annuale sul bilancio di attività: 1700 richieste di intervento nel 2016

L'intervento del difensore civico al consiglio regionale del Piemonte

Nella seduta del 30 maggio il difensore civico e i garanti regionali per i detenuti e per l'infanzia e l'adolescenza hanno illustrato con una relazione la loro attività annuale e le future iniziative.

Difensore civico: 1.700 richieste nel 2016. Riguardano soprattutto sanità e assistenza

Riguarda anche quest’anno sanità e assistenza la maggior parte delle richieste di intervento che i cittadini hanno rivolto nel 2016 al difensore civico della Regione Piemonte. Si tratta per lo più di opposizioni alle dimissioni da strutture socio sanitarie o ospedaliere, soprattutto di anziani malati cronici non autosufficienti e persone con disabilità grave. Lo ha sottolineato il difensore civico regionale, l’avvocato Augusto Fierro, che il 30 maggio ha svolto in Consiglio regionale la relazione annuale sul bilancio di attività.

Nel 2016 l’Ufficio del difensore civico della Regione Piemonte ha ricevuto circa 1.700 richieste di intervento avanzate da cittadini, enti, associazioni e imprese. Di queste, quasi 1.200, pari al 70 per cento, sono state definite entro il 31 dicembre 2016. Per il 60 per cento dei casi, i destinatari degli interventi sono stati, appunto, aziende sanitarie locali, ospedali ed enti locali territoriali. Seguono gli interventi nei confronti dell’amministrazione regionale ed enti strumentali, gestori di servizi pubblici, amministrazioni periferiche dello Stato. Tra gli interventi si evidenziano anche quelli in materia di edilizia residenziale pubblica (per lo più riguardanti la gestione degli immobili e la manutenzione degli edifici), territorio e ambiente (soprattutto riferiti all’inquinamento acustico), fiscalità, finanze e tributi, trasporto pubblico. Nella metà dei casi le criticità segnalate dai cittadini hanno riguardato disservizi (48%), mancanza di risposte o carenza di informazioni (circa il 20% dei casi), carenza nelle procedure (14%). La relazione dedica ampio spazio alla contenzione degli anziani non autosufficienti ricoverati in strutture, segnalando aspetti negativi dell’istituzionalizzazione e proponendo al Consiglio regionale di assumere provvedimenti  mirati alla  prevenzione dei fenomeni di abuso e di maltrattamento, per il rispetto della dignità umana e della inviolabilità del corpo.

 

Reinserire i detenuti, un obiettivo di buona amministrazione

Il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte Bruno Mellano ha definito il contesto in cui si è trovato a operare nel corso dell’ultimo anno “di profonda transizione” per via del turn over dei direttori di carcere e - riferendosi alla relazione annuale al Parlamento del garante nazionale Mauro Palma - ha tenuto a ribadire le quattro aree di competenza che interessano il proprio mandato: penale, della sicurezza, del controllo delle migrazioni e sanitaria.

Mellano ha espresso soddisfazione per la recente elezione del garante comunale dei detenuti di Novara, grazie alla quale la rete dei garanti comunali piemontesi “è finalmente completa e pronta  a confrontarsi, lavorare e operare insieme”.

Ha infine portato all’attenzione dell’Aula alcuni casi concreti su cui si sta operando, a cominciare dalla profonda riorganizzazione dovuta al superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari e alla gestione del Centro d’identificazione ed espulsione (ex Cie), oggi trasformato in Centro permanente per i rimpatri (Cpr), ha citato le difficoltà cui devono far fronte gli istituti penitenziari di Alba, Cuneo, Ivrea e Alessandria e fatto appello alle istituzioni territoriali - in particolare agli Assessorati regionali, responsabili di interventi significativi per la comunità penitenziaria - nella convinzione che “collaborare affinché il tempo della carcerazione sia speso bene e finalizzato a un autentico reinserimento sociale dei detenuti non sia un obiettivo buonista ma di buona amministrazione”.

 

Fare rete a tutela dei diritti dei minori

“A pochi mesi dalla nomina alcune attività sono state svolte e molte sfide rimangono da affrontare. In particolare sono chiamata ad applicare la recente legge 47 del 2017 sull’accoglienza e l’integrazione dei minori stranieri non accompagnati, per la quale al mio ufficio è assegnata una specifica attività ovvero individuare, formare e segnalare al Tribunale dei minori i nominativi dei tutori volontari disponibili a essere nominati da parte del giudice tutelare. È un’attività che richiede una grande disponibilità da parte della società civile e quindi oggi voglio rivolgere un appello a tutti coloro che vogliano accostarsi a questa esperienza”.

Così ha affermato la garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Rita Turino, intervenuta in Aula il 30 maggio per illustrare il lavoro svolto nei primi cinque mesi di attività e per presentare le sue iniziative future.

La garante ha sottolineato come nella varietà dei compiti attribuiti al suo ufficio dalla legge e, data la scarsità di risorse assegnate, ha inteso valorizzare l’esistente partendo dalla costruzione di una rete di operatori che lavorano a tutela dei minori. Sono stati attivati rapporti con le istituzioni pubbliche, innanzitutto regionali, con gli enti gestori dei servizi sociali, il Tribunale dei minori, la Procura minorile e la Prefettura e anche con realtà del Terzo settore. Un particolare impegno è dedicato alle segnalazioni che pervengono all’ufficio, accogliendo analizzando e verificando, tutte quelle richieste di aiuto, denuncia di disservizi, lamentele per cattive prassi che qualsiasi cittadino, anche di minore età, può inviare al Garante. Per il futuro, oltre alla priorità delle azioni a favore dei minori stranieri non accompagnati, Turino ha espresso una particolare attenzione sul tema dell’esercizio della bigenitorialità, promuovendo possibili attività di “insegnamento a separarsi”, affinché venga meno la conflittualità genitoriale e le coppie pongano al centro sempre l’interesse supremo dei figli.

 

Il dibattito in Aula

Dopo i tre interventi è seguito un dibattito che ha messo in luce le tematiche più importanti emerse dalle relazioni. Fra queste l'assistenza agli anziani non autosufficienti e ai disabili con particolare riferimento alla continuità assistenziale e alle cure domiciliari e alla necessaria azione di vigilanza per prevenire e contrastare fenomeni di maltrattamenti all'interno delle strutture. Per quanto riguarda i detenuti è stato sottolineato il problema del sovraffollamento delle carceri, la questione sanitaria degli edifici penitenziari, la carenza di opportunità formative e lavorative.

E' stato infine richiesto alla garante per l'infanzia e l'adolescenza di fornire un quadro delle criticità regionali attinenti ai minori per comprendere le condizioni di povertà materiale, educativa e sociale di bambini e adolescenti.

Sono intervenuti al dibattito esponenti dei gruppi FdI, Pd, Sel, M5s, Mdp.

c.s.

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