Pubblica amministrazione lenta, farraginosa e pure tanto (troppo) analogica. Lo dicono i dati rilevati a livello nazionale e rilanciati da Confartigianato Torino, accompagnati dalla preoccupazione degli stessi piccoli imprenditori.
Le cifre dicono infatti che due pubbliche amministrazioni locali su tre non erogano alcun servizio completo tramite web: tra tutte le Regioni, le Province, i Comuni e le Comunità montane presenti in Italia la percentuale di enti che offre la possibilità di avviare e concludere per via telematica l’intero iter di almeno un servizio richiesto dall’utenza è pari al 33,8%. Praticamente solo uno su tre è in grado di espletarla.
A livello regionale la più virtuosa è il Trentino Alto Adige dove il 65,5% dei sindaci è in grado di espletare questo servizio, in Piemonte la percentuale scende al 29,5%. “Se le nostre imprese – commenta Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino – sono chiamate sempre di più a misurarsi con il progetto industria 4.0, che propone e impone tra l’altro l’utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate a internet, in buona parte degli enti locali, invece, come si evince dai numeri, l’utilizzo della tecnologia è quasi pari a zero. Un divario, quello tra pubblico e privato, che non ha eguali tra i principali Paesi Ue”.
“Se le imprese più strutturate operano in ambienti sempre più digitali con robot collaborativi, stampanti 3D, comunicazioni multi direzionali – prosegue De Santis - gli impiegati del pubblico sono, su questo fronte, ancora agli albori. Ma il nodo del digitale preoccupa anche gli artigiani: le nostre imprese vogliono andare sui mercati internazionali e fare innovazione ma, nel frattempo, i nostri servizi pubblici rimangono al palo. I Comuni italiani gestiscono online soltanto il 3% dei servizi per cittadini e imprenditori. Ed è tutto detto. Il rischio è che il sistema Paese perda quote di competitività che a seguito dei cambiamenti in atto potrebbero allontanarci dai principali competitori stranieri”.