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Politica | 02 ottobre 2017, 07:00

Due campi da calcio di pane, nei rifiuti ogni giorno

Cifre abnormi, spaventose. Il 30 per cento della produzione mondiale di cibo va sprecata o perduta ogni anno.

Due campi da calcio di pane, nei rifiuti ogni giorno

Ogni giorno in Italia si producono 72 mila quintali di pane. Se ne buttano via 13 mila quintali. Due campi di calcio, riempiti e svuotati nei rifiuti. OGNI GIORNO.

Cifre abnormi, spaventose. Il 30 per cento della produzione mondiale di cibo va sprecata o perduta ogni anno. Tale quantità è pari a quattro volte quella necessaria per nutrire quasi 800 milioni di persone che ogni giorno nel mondo soffrono di fame cronica. E in Italia ci sono, secondo le statistiche,  più di 6 milioni di poveri.

Se fosse possibile recuperare gli sprechi di cibo, con questi saremmo in grado di sfamare 2 miliardi di persone al mondo. L’Unione europea con 180 kg pro-capite e l’Italia con 149 kg pro-capite risultano sopra la media dei paesi sviluppati. Nel nostro Paese, gli sprechi a livello domestico sono i più rilevanti, il 42% del totale, e costano oltre 25 euro al mese a famiglia. Insomma, buttiamo via quasi la metà di quello che compriamo. Inoltre, un cibo che non nutre nessuno non solo è inutile, ma è anche dannoso.
Con il cibo buttato vengono, infatti, sprecati anche la terra, l’acqua, i fertilizzanti- senza contare le emissioni di gas serra – che sono stati necessari per la sua produzione e l’ambiente è stato quindi inquinato, sfruttato o alterato inutilmente. Ridurre lo spreco di cibo significa, perciò, anche salvare il Pianeta.

Che ci possiamo fare noi? Se ognuno cominciasse a applicare quel piccolo insegnamento che recitava sempre mio papà "quel che metti nel piatto lo mangi, non si avanza niente" forse non risolveremmo i problemi derivanti da tutto lo spreco mondiale di cibo, ma almeno insegneremmo ai nostri figli qualcosa davvero di importante.

Beppe Gandolfo

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