Il commercio torinese rialza la testa e guarda al futuro con più serenità, ma resta sul tavolo la questione eventi, condita con quella della sicurezza, insieme a una dura condanna degli imprenditori di settore verso le istituzioni. Se infatti il clima di fiducia delle imprese del settore - complice l'avvicinarsi del Natale - è in miglioramento dal 54,7 al 55%, così come l'andamento dei ricavi (in miglioramento dal 47,9 al 48,2%) e la prospettiva occupazionale, il nervo scoperto riguarda appunto il binomio turismo-sicurezza. Più di un'azienda su due giudica infatti inadeguate le politiche adottate dalle istituzioni per la salvaguardia e il mantenimento dell'ordine pubblico. E un'impresa su tre nel turismo e nel dettaglio dichiarano di aver visto una diminuzione degli eventi sul territorio in un anno e questo ha inciso negativamente sul loro giro d'affari. In mezzo, questa la critica fatta dai commercianti, una scelta di cancellare o spostare eventi piuttosto che affrontare il tema sicurezza, causando però un danno di immagine verso l'esterno.
"La ripresa c'è, ma è molto lenta - spiega Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino - soprattutto nel comparto no Food e abbigliamento. Il turismo invece dà dati più positivi sia per la fiducia che sui dati reali. Ma a confronto dei risultati nazionali la performance è inferiore, per quanto in crescita. Questo vuol dire che si poteva fare di più".
Dunque sono i grandi eventi che hanno mancato di far sentire il loro effetto-traino, "ma anche eventi medi, come Cioccolato' - aggiunge Coppa - o piccoli, messi in difficoltà dalle limitazioni della burocrazia". "Serve un maggiore coordinamento sugli eventi tra gli addetti ai lavori e le istituzioni, non solo Torino. Altrimenti, per non correre rischi, si preferisce rinunciare agli appuntamenti. Ma non possiamo limitarci per paura o per burocrazia".
"Anche in occasione di Artissima ed eventi simili, una volta si facevano dei tavoli di concertazione per sfruttare i negozi come vetrina promozionale - conclude Coppa -. Ora questo manca. E adesso anche su Cioccolato', che era simbolo di eleganza e di promozione per la città, sappiamo poco. Manca, non solo con il Comune, la forza propulsiva di saper spingere tutti insieme un evento in condivisione".