I numeri cominciano a essere consistenti, e lo strumento in effetti sembra molto utile, non solo per il supporto, ma anche per fare emergere nuovi casi. Il problema, tuttavia, è che ancora non è abbastanza diffuso. E' questa la sintesi dell'incontro tra l'assessore regionale alle Pari Opporunità Monica Cerutti e gli ordini degli avvocati di Torino, Cuneo e Biella. Il tema, quello dei fondi regionali per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza e alle vittime di discriminazione. Il primo già attivo da anni, il secondo inserito nel 2016 da una legge regionale. Per quanto riguarda quello sulle donne, fino a oggi sono stati presentate 574 domande, un risultato che, sottolinea l'Ordine degli avvocati di Torino, “certamente ha fatto si che molti di questi casi siano emersi”, ma che ancora è molto ridotto, soprattutto se si considera che questi possono essere richiesti solo dagli avvocati specializzati sul tema, che in Piemonte sono solo 441 (di cui 392 donne) su dodicimila.
“E' uno strumento unico in Italia, che deve essere ancora più conosciuto e riconosciuto – ha detto Cerutti – Sappiamo che le denunce purtroppo sono solo una piccola parte rispetto al totale degli episodi, ma pensiamo che l'aspetto economico possa aiutare sotto questo profilo e con noi sono d'accordo anche i centri antiviolenza”. Sponda favorevole dagli avvocati torinesi, “il cui presidente è una donna, fatto molto importante”, sottolineano, che si dicono “molto disponibili a far diffondere l'utilizzo questi strumenti”. Risposta favorevole anche dall'Ordine cuneese, che parla della “necessità di farlo conoscere anche in ambito civile, dato che molti casi di violenze vengono fuori proprio nella cause di divorzio. Dobbiamo costruire una rete per rendere noto non solo agli avvocati, ma anche agli operatori, un strumento importante come questo”.