“I muri non servono, ci faremmo solo dei nemici”. Così il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che per la seconda volta nelle vesti di premier ha incontrato a Torino i giovani del Sermig, l’Arsenale della Pace gestito da Ernesto Olivero.
Le domande sull’immigrazione sono fra le piu’ gettonate. “Chi semina esclusione raccoglie odio - ha detto il premier - penso invece che il modo migliore per stare al sicuro e' mettere in atto buone politiche di integrazione, flussi migratori gestiti e organizzati”. Poi, sulle strategie di accoglienza. “Sono orgoglioso del mio paese, siamo stati i più impegnati ad accogliere e salvare vite umane, rispondendo all'emergenza nel Mediterraneo. Mi verrebbe da dire che siamo l'unico paese che l'ha fatto, abbiamo salvato l'onore dell'Europa".
Su chi considera gli stranieri una minaccia, Gentiloni è risoluto. “Chi dice di volere eliminare l’immigrazione vende solo fumo. Bisogna semmai spostare il fenomeno da illegale e criminale a organizzato. Servirebbe anche alla nostra economia, perché i paesi europei stanno invecchiando”. A proposito di Europa, il premier ha sottolineato come “il Vecchio Continente rischia di essere un gigante economico e un nano politico”, aggiungendo che “senza un ruolo determinante, la pace nel mondo sarebbe a rischio”.
"Ai politici serve più cultura e meno ossessione nel cercare visibilità. Oggi una cosa la devi dire subito, se non urli non fai notizia. E se non fai notizia non esisti", ha poi aggiunto il Premier.
Gentiloni, che prima di arrivare al Sermig ha incontrato i lavoratori Embraco (“stiamo cercando di risolvere questo problema”), ha infine tracciato un bilancio dopo tredici mesi da capo del governo. “Ho imparato un sacco di cose, fare il ministro degli Esteri e' stato meraviglioso mentre il ruolo del presidente del Consiglio e' diverso. A Palazzo Chigi si cerca di risolvere una quantità incredibile di problemi".
"All’inizio credevo di non farcela e invece dopo più di un anno sono orgoglioso di essere riuscito, in condizioni molto fragili, di mantenere i nostri orizzonti strategici”, ha concluso Gentiloni.