Si susseguono le prese di posizione e i commenti delle diverse forze politiche sulla vicenda Embraco. I commenti sono tutti contrassegnati da rabbia e delusione, ma anche dalla voglia di non arrendersi, portando la questione sul tavolo dell'UE.
"Portare subito il caso Embraco in Europa", chiedono Francesca Frediani e i consiglieri regionali del M5S. "Dopo il fallimento del tavolo nazionale è evidente che il Governo non ha gli strumenti per fermare certi assurdi processi industriali. E' necessario intervenire a livello europeo per garantire in tutti gli stati membri le stesse condizioni lavorative e fiscali".
"E' in questi casi che l'Europa dovrebbe intervenire, invece le più alte istituzioni comunitarie restano a guardare senza essere mai intervenute per regolamentare il mercato del lavoro. A cosa serve l'Europa se ogni Stato ha la possibilità di impostare le proprie politiche del lavoro con un gioco al ribasso sulla pelle dei lavoratori? Su questo fronte dovrà incidere il prossimo Governo dal momento che l'attuale ha sempre accettato i diktat di Bruxelles senza riuscire a tutelare i più deboli".
"Siamo e continueremo ad essere al fianco delle battaglie portate avanti 500 dipendenti Embraco a rischio licenziamento, così come avvenuto ad ogni livello fin dall'inizio di questa crisi".
Chiede l'intervento dell'Unione Europea anche Osvaldo Napoli di Forza Italia: "Desidero esprimere la mia personale e convinta solidarietà ai 490 lavoratori della Embraco e alle loro famiglie, vittime della irresponsabilità di un manipolo di dirigenti che al dialogo sociale preferiscono le scarpe chiodate. Però mi chiedo anche che cosa stia facendo l'Unione europea per disinnescare i focolai di antieuropeismo che si accendono un po' ovunque".
"Invoco l'Europa per la semplice ragione che la proprietà della multinazionale Embraco, cioè la Whirlpool, licenzia 490 persone in Piemonte per aprire la stessa fabbrica in un altro Paese dell'Unione, la Slovacchia, dove la pressione fiscale è più bassa e quindi più basso risulta il costo del lavoro per unità di prodotto. Siamo di fronte a una concorrenza intracomunitaria, in pratica a un rompete le righe o a un "si salvi chi può" che mette in competizione fra loro Paesi della stessa comunità".
"La Commissione europea dovrebbe avere qualcosa da dire di fronte alla tracotanza di una proprietà che adotta il profitto e la remunerazione degli azionisti come parametro unico per decidere dove, come e quanto investire. Ora si attivi il ministero dello Sviluppo e metta in campo gli ammortizzatori sociali necessari a salvaguardare 490 famiglie. Mi riferisco ad ammortizzatori anche straordinari, in deroga alle norme UE, perché se è vero che non ci sono limiti alla concorrenza fiscale non posso essercene neanche in fatto di tutele sociali ai lavoratori che perdono il lavoro".
Questa, invece, la dichiarazione di Gianna Pentenero, candidata della coalizione di centro sinistra alla Camera dei Deputati: "Il comportamento tenuto da Embraco è inqualificabile e ingiustificabile: rifiutando la richiesta di Governo e Regione di ritirare i licenziamenti, l'azienda dimostra di non avere alcun senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri, delle loro famiglie e del territorio, che si ritrova a gestire un dramma sociale di proporzioni immani".
"L’azienda avrebbe potuto presentare domanda per la cassa integrazione, facendo in modo che si potesse lavorare a progetti di reindustrializzazione, invece ha deciso di tirare dritto, compromettendo il futuro di 500 persone e l’economia di un’intera area. Si tratta di una decisione incomprensibile e inaccettabile".
Fabrizio Ricca della Lega Nord ha invece sottolineato: “Quello che sta accadendo all’Embraco ha dell’incredibile. E' inaccettabile che la società giochi sul futuro di 500 persone e famiglie e che l’attuale governo non abbia avuto la forza di imporsi sulla società che è pronta a lasciare il nostro Paese fregandomene di tutto e tutti".
"Per prima cosa non posso che esprimere la mia solidarietà ai lavoratori che vivono in queste ore nell’incertezza sul loro futuro. Mi auguro inoltre che dopo il 4 marzo ci sia un nuovo governo che non permetta più che accadano situazioni simili”.