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Economia e lavoro | 01 marzo 2018, 12:00

Il terziario torinese sorride al futuro, ma non tutti i settori crescono

Investimenti e occupazione spingono il clima di fiducia verso l'alto, ma ci sono realtà come librerie, dischi ed edicole che soffrono molto di più rispetto a ricettività, cibo e ristorazione

Il terziario torinese sorride al futuro, ma non tutti i settori crescono

Si conferma stabile la fiducia che il terziario torinese ha mostrato nel corso del 2017. Il nuovo anno, dunque, si apre in linea con un'espansione che conforta, ma non è ancora abbastanza. Lo dicono i numeri che Ascom Confcommercio diffonde per il nuovo trimestre: la tendenza nazionale è più forte, ma la città della Mole non è rimasta a guardare. Il terziario, in particolare, ha visto 1468 imprese in più nei dodici mesi passati (per la prima volta da cinque anni) ed è l'elemento che ha permesso a livello complessivo un saldo positivo su scala provinciale, nonostante i cali dell'industria.

Quanto alla fiducia, poi, il livello si mantiene positivo dopo lunghi trimestri di pessimismo. E rispetto al saldo del 55% a fine 2017, oggi il dato è di 54,6. Dunque in linea. E si conferma anche l'andamento dei ricavi (da 51 a 51,5). Bene alberghi, logistica e servizi alla persona.

"Ci sono differenze tra territori e settori - spiega la presidente di Ascom, Maria Luisa Coppa - ma la fiducia c'è. E si vede anche dal punto di vista degli investimenti e dal ricorso al credito. E di conseguenza sull'occupazione. Il trend riguarda anche il settore alberghiero che mi auguro si confermi".

Strategica in questo campo sarà la capacità di declinare le attività del terziario con le nuove tecnologie. "Ci sono settori come librerie, negozi di dischi ed edicole che stanno soffrendo - dice Carlo Alberto Carpignano, direttore generale di Ascom - mentre va bene il settore alimentare, anche al dettaglio con gastronomie e ortofrutta. Così come panificazione e puntando sulla qualità".

"Una ripresa dei consumi che c'è - aggiunge ancora Coppa - ma che non è ancora così consolidata. Soffrono anche l'abbigliamento, i giocattoli e altre realtà diverse dal settore ricettivo".

Il settore, tuttavia, continua a investire su se stesso. E lo dimostra anche una previsione positiva per quanto riguarda l'occupazione (si sale dal 38 al 40% la quota di coloro che intendono assumere, anche se resta dominante il tempo determinato). E se si rialzano i prezzi praticati dai fornitori, migliora pure il parametro dei tempi di pagamento da parte dei clienti.

Infine, il rapporto con il credito: quasi un'azienda su quattro chiedono finanziamenti e le risposte positive superano il 52% dei casi. Segno che una cerca confidenza nella propria attività sta tornando a consolidarsi, tanto da pensare di investire di nuovo.

Massimiliano Sciullo

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