La popolazione universitaria torinese è in continua crescita, interessata ogni anno di più dalla presenza di studenti fuori sede, provenienti da ogni parte di Italia e del mondo e nei prossimi anni è previsto un importante ulteriore sviluppo della Cittadella Politecnica, nei pressi della quale opera oggi il servizio di ristorazione presente nella residenza universitaria Borsellino.
Questo sviluppo è frutto di un impegno di sistema che negli anni ha creato le condizioni per l'accoglienza e in cui la ristorazione convenzionata per gli studenti rappresenta un elemento qualificante. Infatti per uno studente, tanto più se fuori sede, un'offerta di ristorazione non risponde semplicemente a delle logiche di mercato ma è un elemento discriminante per un'effettiva esigibilità del diritto allo studio. La mensa Borsellino è inserita da anni in questo sistema operando come esercizio convenzionato, affiancandosi alle mense universitarie date in appalto da Edisu, fornendo circa 500 pasti al giorno agli studenti ed impiegando 10 persone.
"La situazione di questa mensa - spiega la Cgil - quest'anno cambierà radicalmente, con la scadenza del contratto di affitto fra proprietario dell'immobile e gestore del servizio e la contestuale scadenza della convenzione con Edisu. Parallelamente è previsto che il servizio di ristorazione della Cittadella Politecnica vedrà come committente il Politecnico e non più l'Ente regionale. In questa situazione l'esperienza della mensa Borsellino rischia di scomparire e, con essa, i posti di lavoro che oggi garantisce ed un servizio divenuto organico al processo di formazione universitario, come fanno rilevare gli stessi studenti attraverso le loro associazioni, con un appello alle istituzioni affinché la mensa non chiuda e con un'opera di sensibilizzazione della pubblica opinione, a cui diamo il nostro sostegno e la nostra solidarietà".
"Chiediamo a Regione Piemonte, Edisu, Politecnico di Torino, l'apertura di un confronto che coinvolga tutte le parti interessate, a partire dai lavoratori e dalle associazioni studentesche, utile a cercare ogni possibile soluzione per non disperdere questo patrimonio dell'offerta formativa universitaria torinese e per tutelare i posti di lavoro ad esso legati".