“Circa un mese fa, in Regione Piemonte, si è affrontata la tematica di una delibera riguardante l’edilizia sanitaria, la quale prevede alcune modifiche relative a dei fondi previsti sul territorio di tutta la provincia di Torino e non solo”, ha esordito la presidente della Circoscrizione 6, Carlotta Salerno, in sede di Commissione di lavoro dedicata all’edilizia sanitaria e ai suoi mutamenti subìti e attesi.
“Sul nostro territorio, i fondi riguardano anche una struttura molto importante e non priva di difficoltà – ha continuato Salerno –, ossia la ASL di via Montanaro. Fondamentale, quindi, svolgere una panoramica dei servizi che saranno offerti ai cittadini, per migliorarne la qualità di vita”.
Come ha specificato il dottore Valerio Fabio Alberti, direttore generale della ASL Città di Torino, “la parte nord di Torino, per quanto riguarda gli aspetti strutturali, è quella messa peggio: la situazione è, complessivamente, abbastanza critica”. Per quanto riguarda il distretto nord-est, le novità riguardano, in particolar modo, tre interventi significativi, uno dei quali – accanto al poliambulatorio Marco Antonetto e alla Casa della Salute di lungo Dora Savona – concerne proprio la ASL di via Montanaro, “cuore pulsante di questa porzione della città, sulla quale si attuerà una messa a norma sul piano della sicurezza”.
“Il fatto che quest’ultima venga ristrutturata – ha dichiarato la consigliera PD, Isabella Martelli – è per noi molto importante, perché attualmente l’edificio si trova in uno stato fatiscente e si trova in una zona problematica: fondamentale, perciò, la pulizia, soprattutto nella parte esterna, dal momento che si tratta di un presidio sanitario, fulcro del territorio. Così come è essenziale aumentare l’illuminazione dell’ingresso”.
Occhi puntati, infine, anche sul ruolo centrale rivestito dalle Case della Salute. “Su di esse – ha spiegato il dottore Alberti – vi è una tripla direzione: in primis, ci proponiamo di aumentare la capacità di prestazioni offerte ai cittadini; ancora, desideriamo che esse diventino un punto di riferimento credibile per questi ultimi, fornendo accoglienza, assistenza e orientamento nell’affrontare i problemi di ciascuno; infine, vorremmo che nelle Case della Salute si attui fortemente una gestione delle cronicità, attivando la presa in carico dei pazienti cronici e i percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali, facendo, così, cooperare medico di base, medico specialista e infermiere”.
“La Casa della Salute, allora – ha chiosato il direttore –, si pone come strumento di integrazione tra sanità e socialità: lavorare sulla cronicità, per esempio, richiede, per essere efficace, una forte interazione con il sociale. Bisogna rafforzare il tessuto delle relazioni e del sostegno”.