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Economia e lavoro | 16 aprile 2018, 18:02

La ricerca e l'aerospazio a contatto: una missione "galattica", ma con i piedi per terra. E non è tutta materia da ingegneri

Anche l'Università di Torino si candida come partner per le aziende italiane del settore che lavorano in orbita. Ajani: "La ricerca applicata è sempre più una nostra priorità"

La ricerca e l'aerospazio a contatto: una missione "galattica", ma con i piedi per terra. E non è tutta materia da ingegneri

Sono giorni di missioni "spaziali", pur rimanendo con i piedi saldamente per terra. Ecco perché nel pomeriggio di oggi - presso il dipartimento di Biotecnologie - i ricercatori Unito hanno incontrato le aziende italiane del settore aerospazio.

"Molte collaborazioni sono già attive da tempo, ma è bene metterli a sistema, visto che fanno parte di una strategia complessiva dell'ateneo - commenta Gianmaria Ajani, rettore dell'Università di Torino - e vogliamo rendere più facile la modalità per le imprese per interfacciarsi con quelle che sono le nostre competenze. Per questo è nato uno sportello unico apposito, che poi smista a seconda dei settori coinvolti. Ma soprattutto insistiamo sulla ricerca applicata, che finisce per occupare più dipartimenti diversi tra loro".

"Sono tante le occasioni di collaborazione - aggiunge Fabio Massimo Grimaldi, Altec e Agenzia Spaziale Italiana - dall'addestramento a terra degli astronauti agli esperimenti che si compiono in orbita. Dai big data alla biomedicina, fino alla scienza dei materiali. C'è molto interesse per i progressi che la ricerca universitaria saprà fare".

Ulteriore conferma, dunque, per quella vocazione che vede nel Piemonte una terra ideale per il Distretto dell'aerospazio. Tanto che su un fatturato complessivo di 8 milioni in Italia, 4 si fanno proprio qui in Piemonte e a Torino.

"È il momento migliore questo per riprovare a mettere le mani nel settore aerospazio, in maniera più organizzata e interdipartimentale - conclude Tom Dealessandri, presidente del Comitato distretto aerospaziale Piemonte -: ci sono finanziamenti europei che dobbiamo sfruttare, in un'ottica sempre più nazionale. Siamo in un settore che nonostante la crisi non ha avuto flessioni, anzi ci sono stati lievi miglioramenti".

Massimiliano Sciullo

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