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Cultura e spettacoli | 14 maggio 2018, 16:39

#SalTo18, da Rosenberg & Sellier: “Così abbiamo salvato la Celid”

Intervista con Lorenzo Armando, direttore di Lexis, società che ha rilevato la casa editrice Rosenberg & Sellier e che, da due anni, ha rilevato anche la Celid, salvandola dal fallimento

#SalTo18, da Rosenberg & Sellier: “Così abbiamo salvato la Celid”

Due anni fa la storica casa editrice Celid, con annessa libreria a Palazzo Nuovo, ha chiuso i battenti. Troppo pesante la crisi economica, poche le vendite e soprattutto il colpo di grazia dell’amianto: i lavori di bonifica nella sede delle facoltà umanistiche avevano decimato la clientela. E così a gennaio del 2016 la Celid è stata costretta a chiudere i battenti per andare in liquidazione. A quel punto, però, Lorenzo Armando, che con la sua società di servizi editoriali, Lexis, possedeva già Rosenberg & Sellier (con il marchio in licenza da parte della famiglia), ha deciso di tentare e ha rilevato anche la Celid.

“La casa editrice era in liquidazione – ha raccontato Armando al suo stand al Salone del Libro – e abbiamo quindi deciso di rilevarla per portare nuovi progetti”. Passato il primo anno, ora la Celid sembra stia tornando ai livelli precedenti, ma l’obiettivo è arrivare a 40 nuovi titoli ogni anno, tra 20 testi accademici e 20 nuove proposte. Perché la novità, infatti, sta nelle collane. “Siamo ripartiti subito con la didattica universitaria – ha spiegato Armando – ma abbiamo introdotto anche operazioni più particolari, come una collana di criminologia. Stiamo combattendo anche per far capire che la Celid c’è ancora”.

Ed è quello che si chiedono molti torinesi, abituati a trovare la libreria, che oggi non esiste più. Ma lo spazio di vendita era solo una delle attività di Celid, che era, ed è, prima di tutto una casa editrice. Ha un catalogo, delle collane, degli scrittori e dei docenti. “Il modello della libreria di Palazzo Nuovo – ha proseguito Armando – non poteva più funzionare. Per noi, comunque, era importante fare in modo che la Celid non morisse”.

Ci sono, poi, altri progetti. Rosenberg & Sellier cura diverse riviste accademiche, con relativi comitati scientifici, che puntano a raggiungere la “fascia A”, ma sta lavorando soprattutto sul digitale. “Le nuove riviste – ha sottolineato Lorenzo Armando – nascono già digitali. L’obiettivo è andare soprattutto all’estero, e in questo il digitale è fondamentale, vogliamo arrivare alle piattaforme internazionali. Questo, naturalmente, implica un cambiamento nel modo di lavorare. Alcuni colleghi lo vedono come una minaccia, per noi è un’opportunià”. Il rinnovamento passa, però, anche attraverso l’offerta, con una moltiplicazione delle collane, dalla geopolitica alla filosofia, fino ai diritti.

Paolo Morelli

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