Si chiama Remo. Ascolta, se necessario consiglia, ma soprattutto prende nota e comunica con chi di dovere. Remo è il progetto che una start up torinese (Morecognition) sta portando avanti in collaborazione con l'Associazione Italiana fisioterapisti e con CELI, azienda del gruppo H-Farm.
Il concetto è apparentemente semplice: invece di portarsi il fisioterapista a casa, il paziente può affidarsi a questo strumento che, grazie a una app e a un apposito sistema di sensori, aiuta a fare gli esercizi per la completa ripresa fisica e la guarigione. Tecnicamente si definisce "chat bot", perché Remo è in grado di rispondere a comandi vocali, oltre che digitali. E il suo sogno è quello di diventare un vero e proprio prodotto sul mercato delle tecnologie sanitarie.
"Siamo nati nel 2017 e da circa 6 mesi stiamo conducendo le sperimentazioni necessarie", racconta Paolo Ariano, uno dei tre soci di Morecognition insieme a Nicolò Celadon e a Silvia Appendino. "Per ora ci siamo concentrati su esercizi legati all'avambraccio per chi è stato colpito da un ictus e per chi ha una protesi a un ginocchio".
"Per ora sono state studiate applicazioni semplici, ma potenzialmente le soluzioni sono molteplici - racconta Giuseppe Tedesco, fisioterapista -. Il paziente può seguire gli esercizi, ma allo stesso tempo può essere seguito dal professionista senza vederlo di persona, ma grazie alla raccolta dati e alle comunicazioni date da Remo".
Morecognition è nata grazie all'istituto Italiano di tecnologie che ha sede a Genova, ma è stata incubata a Torino, presso I3P del Politecnico.