Roberto Porrari della Filcams-Cgil racconta la situazione dei lavoratori della mensa "Borsellino", che serve 500 pasti al giorno agli studenti del Politecnico di Torino.
I dieci lavoratori a rischio licenziamento della mensa "Borsellino" si sono ritrovati stamattina davanti a Palazzo Lascaris, per far sentire la loro voce ai consiglieri regionali del Piemonte, impegnati nell'odierna seduta d'aula.
Alle ore 13 i lavoratori saranno accolti in audizione dal presidente Boeti e da alcuni consiglieri. Intanto, si sono riuniti nella speranza che alla loro protesta si unissero anche gli studenti, in realtà assenti di persona ma molto presenti sui social, dove le spopolano le foto con i ragazzi che tengono in mano il cartello "La mensa Borsellino non deve chiudere".
"In questi mesi i lavoratori, così come gli studenti - spiega il sindacato Filcams-Cgil - hanno aspettato pazientemente la risoluzione dei problemi legati alla possibile chiusura della mensa, cercando il dialogo con Edisu, con il Politecnico, con gli Assessorati al Lavoro e al Diritto allo Studio della Regione Piemonte, ma ad oggi tutti gli attori interessati non sono andati oltre un tiepido interessamento, senza dare alcuna risposta risolutiva".
"Con la chiusura della mensa, che serve 500 pasti al giorno - prosegue la denuncia - oltre a far perdere il lavoro ai 10 dipendenti, si abbassa il livello dei servizi di diritto allo studio per la popolazione studentesca. Tutti gli studenti del Politecnico e gli ospiti delle residenze Borsellino, Mollino e Codegone sarebbero infatti costretti a riversarsi su un’unica struttura, la mensa Castelfidardo, già oggi pesantemente congestionata: questo comprometterebbe irrimediabilmente la tenuta del servizio di ristorazione nell’area della Cittadella Politecnica".