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Politica | 26 settembre 2018, 14:02

Licenziamenti Hag, il gruppo LeU in Regione: "Assurdo quello che sta succedendo ad Andezeno"

L'invito di Grimaldi, Accossato e Ottria: "La Consiglio regionale prenda posizione". Prese di posizione anche da esponenti politici di altri partiti

Licenziamenti Hag, il gruppo LeU in Regione: "Assurdo quello che sta succedendo ad Andezeno"

"Un fulmine a ciel sereno per lavoratori e sindacati: mai prima d'ora si erano avuti segnali di crisi nella fabbrica di Andezeno dove, fino a una decina di anni fa, si producevano 5mila tonnellate di decaffeinato e le stime dell'azienda prevedevano addirittura un incremento. Invece ieri il Gruppo Jde ha annunciato l'apertura della procedura di licenziamento collettivo per tutti e 57 dipendenti dell’azienda e la cessazione delle attività dal primo gennaio 2019". Lo ha detto il capogruppo di Liberi e Uguali in Regione, Marco Grimaldi.

“Ciò che appare assurdo – afferma – è che una multinazionale che dichiara di considerare importante e unico il mercato del caffè italiano e di voler continuare ad attribuirgli un ruolo chiave all’interno dei propri futuri piani di crescita, licenzi 57 dipendenti e chiuda un impianto dall'oggi al domani. Mantenendo però fabbriche in funzione in Germania e in Svezia, Paesi in cui il costo del lavoro è più alto e le ore lavorative settimanali sono inferiori”.

“Per quale motivo quindi il gruppo Jde chiude improvvisamente il sito produttivo di Andezeno, l'unico in Italia, e trasferisce la produzione nelle altre fabbriche europee?” è la domanda che si pongono i consiglieri di LeU in Regione, Silvana Accossato e Walter Ottria, che aggiungono: “In vent'anni di produzione, non c’è stato mai il ricorso ad ammortizzatori sociali o cassa integrazione, e la flessione della domanda di caffè non giustifica per nulla una così pesante azione sul sito produttivo di Andezeno”.

La pensano allo stesso modo i sindacati Uila e Flai che hanno proclamato lo stato di agitazione e due giornate di sciopero: “Come le organizzazione sindacali - proseguono Grimaldi, Accossato e Ottria –, anche noi chiediamo che si apra una trattativa con l’azienda per mantenere il sito in Italia, ma riteniamo necessario che il Gruppo Jde ritiri immediatamente la procedura di licenziamento collettivo; con questa spada di Damocle sulla testa, nessuna trattativa può partire serenamente".

“Per questi motivi – conclude Marco Grimaldi – nei prossimi giorni incontreremo i 57 dipendenti della fabbrica di Andezeno e le sigle sindacali, in modo da sollecitare, dalla Regione, un intervento in questo senso”.

"Il governo e il vicepremier Di Maio intervengano immediatamente  per aprire un tavolo di trattativa con il Gruppo  Internazionale Jde affinché l’azienda ritiri immediatamente la procedura di licenziamento collettivo e mantenga la produzione del caffè Hag e Splendid  in Italia nello stabilimento di Andezeno (Torino)". E' quanto chiedono i parlamentari di Liberi e Uguali, primo firmatario Nicola Fratoianni, in un'interrogazione al governo.

"Il 25 settembre, il Gruppo Jde, presente sul mercato italiano con i marchi storici di Splendid e Hag,  - si legge nell'interrogazione di Leu - ha annunciato l'apertura della procedura di licenziamento collettivo per tutti i 57 dipendenti dell’unico sito produttivo in Italia ad Andezeno, vicino Torino e la cessazione delle attività dal primo gennaio 2019, un vero e proprio fulmine a ciel sereno sia per i lavoratori che per le organizzazioni sindacali  dal momento che mai prima d'ora si erano avuti segnali di crisi nella fabbrica di Andezeno dove, fino a una decina di anni fa, si producevano 5mila tonnellate di decaffeinato e le stime dell'azienda prevedevano addirittura un incremento.

"Appare poi assurdo  - proseguono i parlamentari di Leu - che una multinazionale che dichiara di considerare importante e unico il mercato del caffè italiano e di voler continuare ad attribuirgli un ruolo chiave all’interno dei propri futuri piani di crescita, licenzi 57 dipendenti e chiuda un impianto da un giorno all’altro, mantenendo – allo stesso tempo - fabbriche in funzione in Germania e in Svezia. Non si capisce quindi il motivo per cui il gruppo Jde abbia improvvisamente deciso di chiudere in Italia per trasferire la produzione nelle altre fabbriche europee, tenendo presente che in 20 anni  di produzione non c’è stato mai il ricorso ad ammortizzatori sociali o cassa integrazione e la flessione della domanda di caffè non giustifica per nulla una così pesante azione sul sito produttivo di Andezeno".

"Questa mattina ho incontrato i lavoratori della multinazionale JDE di Andezeno, dove si realizzano i prodotti Hag e Splendid. La proprietà, da un giorno all'altro, ha deciso di chiudere lo stabilimento portando le produzioni in altre sedi europee. A gennaio 57 persone rischieranno il posto di lavoro", spiega Giorgio Bertola (M5S) in una nota condivisa con Francesca Frediani.

"Una scelta assurda: l'azienda non è in crisi, lavora su 3 turni, si producono 16 mila tonnellate di caffè all'anno e sono stati fatti investimenti sull'automazione. Assistiamo ancora una volta ad un processo di delocalizzazione che colpisce questo territorio depredandolo di due marchi storici. Inaccettabile spostare la produzione all'estero, probabilmente nella stessa unione europea, sfruttando i costi minori della manodopera e continuare a vendere i prodotti in Italia". 

"Chiediamo, da subito, la convocazione di un tavolo di crisi in Regione Piemonte e ci siamo già attivati per interessare del caso i nostri rappresentanti in Parlamento".

Questo, invece, il commento di Augusta Montaruli di FdI: “La vicenda dello stabilimento del caffè HAG desta inquietudine. Non si possono mandare a casa da un giorno all’altro oltre 50 lavoratori e scippare all’Italia contemporaneamente un suo marchio, senza peraltro motivazioni plausibili. Presenterò oggi stesso un’interrogazione urgente al Ministro del Lavoro perché il Governo intervenga a tutela dell’Italia davanti ad un sopruso immotivato di una multinazionale che ha sempre guardato fino a ieri al mercato nostrano".

"La vicenda e’ ancor più sconcertante se si considera che lo stabilimento e’ a pieno regime. Siamo di fronte ad una cattiveria di fronte al nostro territorio”, conclude la Montaruli.

“Questa vicenda conferma che non esiste alcuna strategia industriale di tutela del Made in Italy e dell’occupazione sul territorio. Il Piemonte continua a perdere le sue eccellenze ed il lavoro dei suoi cittadini perché con Chiamparino si ritrova un governatore preoccupato solo dei guai del centrosinistra”, aggiunge il dirigente nazionale FdI Maurizio Marrone.

c.s.

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