Non è poi così dissimile Cabras – paese natale di una delle più note scrittrici italiane, la sarda Michela Murgia – da Avalon, in Britannia, luogo mitico legato alla figura di Re Artù. E non lo sono neanche Morgana, Igraine e Viviana, le “Signore del Lago”, che hanno il potere di sollevare le nebbie con le loro parole e di influenzare e curare le vite dei cavalieri della Tavola Rotonda, dalla stessa Michela Murgia, nata in balia delle acque di Cabras e dotata del potere di sollevare le nebbie intorno alle storie e alle idee fondanti dei suoi romanzi e dei suoi saggi.
Anche in “L’inferno è una buona memoria”, ultimo lavoro dell’autrice, infatti, il lettore intraprende un viaggio che attraversa numerose e differenti tematiche – partendo e concludendosi in mare aperto. La Murgia, dunque, racconta come e perché è diventata femminista, come e perché ha cominciato a temere le gerarchie religiose, come e perché non ha mai smesso di giocare il ruolo nel mondo magico di Lot, come e perché certi libri, quelli che hanno determinato la nostra crescita, li “abbiamo più mangiati che letti”, e, infine, come e perché creare quotidianamente il mondo che ci circonda sia un gesto fortemente politico.
Michela Murgia parlerà, allora, di questo e molto altro ancora domani sera – mercoledì 17 –, alle ore 18, presso i Laboratori di via Baltea 3, in un dialogo con il pubblico avvincente e inedito.