I rapporti con Mediobanca di Enrico Cuccia rivelati da memorie inedite di Mario Schimberni, l’ascesa e il declino di Montedison. Queste le vicende prese in esame da Maifreda Germano, docente di Storia e documentazione d’impresa e Storia economica e sociale dell'età moderna presso l’Università degli Studi di Milano, in Un capitalismo per tutti (Guerini e Associati), volume oggetto del dialogo al Circolo dei lettori, lunedì 29 ottobre, ore 18, con l’autore, l’europarlamentare Sergio Cofferati, il giornalista Gad Lerner, il docente di Economia politica Università di Torino Roberto Marchionatti, l’avvocato Riccardo Rossotto e Cesare Vaciago.
Montedison: enorme conglomerato di oltre 100.000 dipendenti da sempre al centro di brame politiche e finanziarie nazionali e internazionali, negli anni Ottanta andò incontro a una pesantissima ristrutturazione che la riportò all’utile. Dopo uno storico accordo con l’ENI per la divisione fra chimica pubblica e privata, si svilupparono costruttive relazioni con i sindacati, si rilanciò la ricerca scientifica, si riprogettarono le attività industriali (Himont) e terziarie: supermercati, banca e finanza.
Le quotazioni a Wall Street e le clamorose acquisizioni di Bi-Invest e La Fondiaria minacciarono di sconvolgere il panorama del capitalismo italiano, da sempre improntato alle logiche del «salotto buono» di Mediobanca. Fino alla scalata di Raul Gardini, che pose fine al sogno di Schimberni e del suo top management di fare della Montedison la prima Public company italiana.
Utilizzando, per la prima volta, ampia documentazione inedita (verbali del Consiglio di amministrazione e degli organi direttivi, lettere, testimonianze dirette dei tanti protagonisti aziendali dell'epoca e un sorprendente memoriale segreto di Schimberni stesso, che in prima persona commenta - non senza colpi di scena - il suo rapporto con Enrico Cuccia), il volume ripropone all'attualità un progetto imprenditoriale di respiro mondiale. Come argomenta il saggio introduttivo di Giulio Sapelli: se Montedison fosse diventata una Public company oggi l'Italia sarebbe un Paese diverso.