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Calcio | 25 ottobre 2018, 13:03

La Juve e le accuse di Report, Agnelli non ci sta: "D'Angelo non ha favorito l'ingresso di striscioni canaglia su Superga"

Nel corso dell'assemblea degli azionisti, il presidente bianconero risponde duramente a quanto asserito dal programma di Raitre: "Basta insinuazioni". Congedati i dirigenti Mazzia e Marotta, Paratici verso la gestione dell'area sportiva.

La Juve e le accuse di Report, Agnelli non ci sta: "D'Angelo non ha favorito l'ingresso di striscioni canaglia su Superga"

Era atteso in mattinata, nel corso dell'assemblea degli azionisti all'Allianz Stadium, l'intervento di Andrea Agnelli in risposta a quanto mostrato lunedì scorso dalla trasmissione televisiva Report. Puntuali sono arrivate le precisazioni del presidente della Juventus:

"Una trasmissione televisiva ha riportato l'attenzione su fatti acclarati in ogni sede riguardanti il rapporto della Juventus con il tifo organizzato - ha dichiarato il massimo dirigente juventino - La Juve è stata sanzionata dalla giustizia sportiva per due motivi. Il primo: aver venduto biglietti in numero superiore rispetto a quanto previsto dalla legge Pisanu, che ne prevede un massimo di quattro a persona. Il secondo: il nostro responsabile della sicurezza Alessandro D'Angelo ha favorito l'ingresso di materiale non autorizzato al secondo anello di questo stadio in occasione del derby del febbraio 2014. È doveroso un chiarimento: dopo i fatti in questione, oggi Juventus rispetta alla lettera le procedure di vendita previste e non può consentire che si insinui ancora il dubbio che la nostra società possa essere associata al fenomeno del bagarinaggio".

In particolar modo si attendevano le parole in merito alla questione degli striscioni irrisori verso la tragedia di Superga che, secondo l'inchiesta andata in onda su Raitre, sarebbero stati fatti entrare con la complicità della società (in occasione appunto del derby del 2014) nello stadio bianconero:

"Alessandro D'Angelo non ha favorito l'ingresso di striscioni canaglia su Superga, come già li avevo definiti - ha spiegato Agnelli - non lo dico io, lo prova la sentenza della Corte Federale d’Appello e gli autori di quello striscione furono individuati grazie alle tecnologie messe a disposizione della Juventus, consegnati alla giustizia e sono rei confessi. Ogni altra affermazione è falsa e infondata e sarebbe ora che chi si esprime su questi fatti tenesse conto dei fatti, delle prove e delle sentenze".

Durante l'assemblea degli azionisti, infine, sono arrivati i saluti per i due dirigenti in uscita dall'organigramma societario:

"Per affrontare le prossime sfide fino al 2024 abbiamo deciso di rinnovare la leadership della Juventus - ha spiegato il presidente - non cambia il metodo, i tre pilastri restano: area servizi, marketing e sport. Ringrazio affettuosamente gli amministratori delegati uscenti, Aldo Mazzia e Giuseppe Marotta. A Mazzia il nostro grazie: se abbiamo uno stadio, se abbiamo il centro di allenamento e tutte le strutture collegate che sono sorte, è merito suo. Parlare di Marotta come professionista nel mondo del calcio è riduttivo. Dirige società calcistiche da 40 anni. La sua capacità, esperienza e tutto quanto è stato strumentale nella crescita sportiva di questa società, gli dobbiamo un grande grazie e un caloroso applauso".

"Sia Aldo che Beppe hanno cresciuto professionisti sotto di loro, dei futuri leader - ha infine concluso Agnelli - la scelta di privarsi di due professionisti così è finalizzata alla migliore efficienza della struttura organizzativa e dei costi di gestione, con la scelta di affidarsi a persone già in azienda. Per quanto riferibile a Marotta, fermo restando che non ci saranno assunzioni, i ruoli verranno distribuiti alle persone che già avevano una posizione dominante nell'area sportiva". Una frase, quest'ultima, che appare come una vera e propria incoronazione per Fabio Paratici, pronto così a guidare nei prossimi anni l'area sportiva della Juventus.

Roberto Vassallo

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