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Politica | 29 ottobre 2018, 15:10

Torino-Lione: faccia a faccia tra M5S e mondo economico, ma i grillini tirano dritto sul No Tav

I pentastellati hanno ascoltato le ragioni dei rappresentanti di categoria, ma alla fine hanno deciso di portare in discussione in Sala Rossa l'ordine del giorno c ontro la Torino-Lione

Torino-Lione: faccia a faccia tra M5S e mondo economico, ma i grillini tirano dritto sul No Tav

Fumata nera dall'incontro tra industriali, artigiani, commercianti ed edili con il M5S, che si è svolto prima del consiglio comunale sulla Tav. I grillini hanno ascoltato le ragioni dei rappresentanti di categoria, ma alla fine hanno deciso di portare in discussione in Sala Rossa l'ordine del giorno contro la Torino-Lione. 

"Crediamo sia impossibile - ha commentato al termine del confronto il Presidente di Confesercenti Torino Giancarlo Banchieri - dirottare le risorsa dalla Tav alla metro: è una stupidaggine. La discussione dell'analisi costi-benefici andava fatta 20 anni fa: adesso l'opera che va terminata".

"Siamo qua - ha sottolineato il Presidente dell'API Torino Corrado Alberto - per testimoniare che il territorio di Torino ha bisogno di infrastrutture, che sono un motore di sviluppo". Sulla ipotesi che i 5 Stelle abbiano messo sul piatto il via libera alla Tap, in cambio dello stop alla Tav Alberto commenta:"Mi auguro che nessuno faccia una partita a scambiare le possibilità di un territorio come il nostro, solo per opportunità politica".

"Noi - ha continuato Mauro Alberti di Cna - riteniamo che il tunnel di base vada terminato." "Bisogna lavorare - ha aggiunto - sulla ferrovia storica in una logica di miglioramento e evitare isolamento complessivo della città".

"Stiamo poi parlando - ha evidenziato il Presidente della Camera di commercio di Torino Vincenzo Ilotte - di effetti economici devastanti: dovremmo sopportare dei costi diretti di 1,6 miliardi di euro sia per i lavori già fatti e da fare per il ripristino ambientale sia per i contenziosi derivanti dalla rescissione dei contratti; oltre 20 miliardi di euro per i mancati benefici socio-economici che riguarderebbero tutta la popolazione; le possibili richieste intorno ai 20 miliardi di euro per i mancati ricavi dalla Francia, nostro partner estero privilegiato".

Sulle possibili ricadute occupazionali a seguito dello stop all'opera interviene il segretario della Fim Cisl di Torino Claudio Chiarle. "Qualcuno - si interroga Chiarle - ha fatto il calcolo di quante tonnellate di acciaio servono per l'opera, che si possono tradurre in numero di occupati." Secondo il sindacalista Torino e il Piemonte devono "evitare di avere le Alpi come prigione, ma che si possano attraversare".

Cinzia Gatti

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