“Il consumo oggi, esperienze dal mondo e immaginario del cibo”: questo il tema del convegno svolto stamattina a Cavour, nell’ambito della 39esima edizione di TuttoMele. L’incontro ha visto la partecipazione di oltre 200 studenti delle scuole superiori di Cavour, Pinerolo e della scuola agraria di Osasco. L’iniziativa è partita con i saluti istituzionali dell’amministrazione comunale di Cavour, della ProCavour e della Regione Piemonte.
Fabrizio Galliati, Presidente di Coldiretti Torino, ha introdotto agli studenti i temi dell’importanza del consumo consapevole del cibo indicando i dati dei consumi nel nostro paese, come si consuma e cosa si può fare per consumare meglio privilegiando il consumo dei prodotti agricoli locali e pensando al cibo non solo come alimento ma anche a cosa c’è dietro a quello che tutti i giorni si consuma, in particolar modo al lavoro di chi lo produce per farlo arrivare sulla tavola dei consumatori garantendo origine, salubrità e sicurezza alimentare.
Slow Food ha relazionato sugli aspetti locali del consumo di cibo. L’incontro si è chiuso con l’intervento di mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, che ha presentato la sua prima lettera pastorale “Lo stupore della tavola”: «Desidero fare un cammino sul tema del “mangiare”. È una delle cose più elementari e quotidiane. Più fondamentali. Ci accomuna tutti: credenti e non credenti. Il cibo e la bellezza sono i punti di forza per indicare un cammino che si configura come un “sogno” per la nostra Chiesa. Oggi prendiamo in mano una pagnotta e la guardiamo. Un primo passo dall’ordinario allo straordinario perché questa pagnotta ci ricorda Gesù che dice: “Prendete e mangiate”. Ci ricorda che abbiamo bisogno di un Pane che ci salvi". Per entrare con la testa e col cuore nel tema del “mangiare” il vescovo ha presentato il dipinto di Caravaggio “La Cena di Emmaus” (1602) e la poesia di David Maria Turoldo “Tempo è di ritornare poveri”. Non solo riflessione e approfondimento. Dal vescovo è arrivata una proposta concreta: "Mi piacerebbe che in tutte le nostre case si mettesse una riproduzione di questo dipinto. Sarebbe bello pensare che in tanti, nel nostro territorio, mangiamo accomunati da questo quadro". Accanto al dipinto la pagnotta «possibilmente benedetta, può essere messa in un piccolo cestino o su un vassoio, magari a volte con piccoli fiori attorno, oppure con qualche altro abbellimento». Cibo, arte e poesia, quindi, perché ha detto il vescovo "mangiare è un allenamento alla bellezza, è allenamento alla capacità di gustare".
Tutto l’incontro - nel teatro tenda, area Fieristica Nanni Vignolo - è stato intervallato da performance del gruppo musicale Eugenio in Via di Gioia. Il nome del gruppo deriva dall'unione dei nomi di Eugenio Cesaro, Emanuele Via e Paolo Di Gioia. Lorenzo Federici invece ha dato il nome al loro primo album, appunto Lorenzo Federici. Gli Eugenio in Via Di Gioia nascono come artisti di strada e dalla tradizione delle balere, dello swing e del folk italiano fino ad arrivare al più recente nu-folk, nei loro testi trattano temi importanti legati anche al consumo consapevole.