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torinoggi.it | 20 novembre 2018, 13:57

Al Teatro Carignano in prima nazione "Così è (se vi pare" di Filippo Dini

Con Giuseppe Battiston, un Pirandello che guarda a Buñuel: da martedì 11 dicembre al 6 gennaio

Al Teatro Carignano in prima nazione "Così è (se vi pare" di Filippo Dini

Al Teatro Carignano di Torino martedì 11 dicembre 2018, alle 19.30, debutta in prima nazionale COSÌ È (SE VI PARE) di Luigi Pirandello, con la regia di Filippo Dini, nuova produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

Lo spettacolo è interpretato da (in ordine alfabetico): Francesca AgostiniGiuseppe Battiston, Mauro Bernardi,Andrea Di CasaFilippo DiniIlaria FaliniMariangela GranelliDario Iubatti, Orietta NotariMaria Paiato,Nicola Pannelli, Benedetta Parisi, Giampiero Rappa.

Le scene sono di Laura Benzi, i costumi di Andrea Viotti, le luci di Pasquale Mari, le musiche di Arturo Annecchino. Assistente alla regia Carlo Orlando, assistente ai costumi Eleonora Bruno. Lo spettacolo resterà in scena al Carignano fino a domenica 6 gennaio 2019. 

Dopo le recite torinesi lo spettacolo sarà programmato in tournée in Italia dal 9 gennaio al 10 febbraio. Per la tournée sono previste le seguenti variazioni nella distribuzione del cast:
_Andrea Di Casa interpreterà il ruolo del Signor Ponza (al posto di Giuseppe Battiston)
_e Giampiero Rappa assumerà il doppio ruolo de Il Signor Prefetto e quello di un cameriere di casa Agazzi.

Filippo Dini dirige e interpreta un Pirandello (il suo primo) che guarda a Buñuel. In un claustrofobico interno borghese, il mistero della signora Frola e del signor Ponza, suo genero, assume i contorni surreali di un sogno. I veri pazzi? I pettegoli che stanno a guardare. 

Il signor Ponza, la sua misteriosa moglie e la suocera, signora Frola, sono i protagonisti della trama da poliziesco che Luigi Pirandello costruisce nel 1917 con Così è (se vi pare).

Un gioco di enigmi sul tema, caro al drammaturgo siciliano, della dimensione sempre tragicamente soggettiva della verità, che non esclude una potente dimensione grottesca. A sfidare questo classico del teatro italiano, con il quale si sono cimentati mostri sacri e mattatori, è il pluripremiato Filippo Dini (Il discorso del Re Ivanov, andati in scena al Carignano), interprete e anche regista di questa nuova produzione targata Teatro Stabile di Torino.

Il quarantacinquenne artista genovese scardina la tradizione del “pirandellismo” con un Pirandello che guarda a Buñuel: il confronto tra i personaggi si consuma come un gioco al massacro, violento e crudele, in un claustrofobico interno borghese. L’allestimento si muove in una dimensione onirica e surreale: non c’è realtà, non c’è verità, se non quella mutevole e soggettiva dell’inconscio, del sogno. Nel palleggio di attribuzione della pazzia su cui Pirandello fonda la sua commedia/thriller (il folle è il signor Ponza che crede defunta la moglie ancora viva o è matta la signora Frola che ha perso il senno dopo la morte della figlia?) Dini indica una strada alternativa: pazzi sono i borghesi del paese, gretti e pettegoli, che osservano e giudicano dal di fuori, simili agli spettatori di un grande show permanente. Come del resto è il mondo attuale.

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